Al Cinema Tiberio di Rimini (via San Giuliano, 16) mercoledì 5 dicembre alle ore 21 (biglietto € 4) nell’ambito della rassegna ACEC La grande luce, percorso di cinema e spiritualità, dedicato al tema dell’accoglienza, è in programma My name is Adil di Adil Azzab, Andrea Pellizzer e Magda Rezene.
Girato tra Milano e la campagna marocchina, il film segue la storia di Adil, un bambino che vive nella campagna del Marocco con madre, fratelli, e nonno (divenuto capofamiglia a causa dello spostamento del padre in Italia per via dell’estrema povertà). Il padre torna di rado in Marocco, persino ogni tre anni e la vita di Adil consiste unicamente nel far pascolare le pecore: animali che arriva ad odiare. La sua vera ambizione è continuare a studiare, e gli ottimi voti alle elementari lo confermano, tuttavia rimane un sogno impossibile da realizzare. L’idea di continuare a vivere nel suo paese lo atterrisce, anche perché è costretto a subire la violenza dello zio; decide quindi di raggiungere il padre a Milano. Presto si rende conto che la vita non è particolarmente facile neppure lì: deriso dai compagni è costretto a cambiare casa continuamente, circondato da persone che, disperate, vedono nell’alcool l’unica via di fuga, dopo la scuola deve, inoltre, lavorare al mercato. Diviene poi elettricista, ed infine educatore e videomaker. Una volta raggiunta l’età adulta, Adil torna in Marocco, terra mai dimenticata, per riscoprire le proprie radici e guardarsi attorno con una mentalità e una maturità diversa. My Name is Adil, tramite gli occhi del giovane protagonista, mostra come l’Italia non sia un paese leggendario in cui la ricchezza è alla portata di tutti, ma neppure una realtà totalmente negativa: è stato grazie al trasferimento a Milano che Adil ha potuto studiare ed instaurare nuovi rapporti. My Name is Adil, film autobiografico di Adil Azzab, è stato realizzato grazie all’aiuto di Gabriele Salvatores, promotore del crowdfunding che ha portato il progetto alla luce. Adil Azzab, ventottenne marocchino impiegato in una comunità minorile e studente di Scienze dell’Educazione, ha imparato l’arte del cinema grazie a Imagine Factory, un’associazione milanese che s’impegna nel promuovere la creatività giovanile e organizza corsi di videomaking contro l’emarginazione sociale.