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Caritas “Coraggio alzati”, 64 mila persone aiutate in Regione. I dati di Rimini

Le Caritas diocesane della Regione Emilia – Romagna pubblicano oggi, venerdì 16 novembre 2018, il nuovo rapporto sulle povertà: “Coraggio, alzati!”

I dati sono stati raccolti dai Centri di Ascolto Diocesani del territorio emiliano-romagnolo.

Dati di contesto. 

Al 1° gennaio 2018, Istat stima che la popolazione in Italia ammonti a 60 milioni 484 mila residenti. In Emilia-Romagna, siamo 4 milioni 452mila 629 residenti (il 7,4% della popolazione italiana), gli stranieri sono 535.974, pari al 12% dei residenti in regione.

Rischio di povertà o esclusione sociale.

L’indicatore di rischio povertà o esclusione sociale, utilizzato dall’Unione Euro­pea, considera chi vive almeno una delle seguenti tre condizioni: povertà da reddito (per­sone a rischio povertà), povertà materiale (persone che soffrono di gravi deprivazioni ma­teriali), persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa. In questo caso il dato è abbastanza allarmante perché si passa dal 26% nel 2007 al 30% del 2016, la percentuale si riferisce al totale degli individui. In Emilia Romagna la percentuale è passata dal 13,3 al 16,1.

Le iniziative della Caritas

Sono oltre 64.300 le persone aiutate dalle Caritas diocesane e parrocchiali presenti su tutto il territorio regionale dell’Emilia-Romagna, circa 20.000 minori. I dati confermano la situazione fotografata dai dati ufficiali Istat che dichiarano il rischio di povertà ed esclusione sociale in regione al 16,1% nel 2016 (dal 13,3% del 2007) e affermano che la povertà assoluta si attesta al 3,3%, pari a circa 65.000 individui. Se ci confrontiamo con le altre regioni siamo tra le meno povere in Italia (basti pensare che l’incidenza della povertà per la Calabria è del 35,3%), tuttavia l’ideale sarebbe che nessuno si trovasse mai in situazione di povertà!

Ma che cos’è la povertà? Dai dati, ma soprattutto dagli incontri diretti che i volontari e gli operatori Caritas hanno con le persone, i poveri di oggi non sono solo coloro che hanno perso il lavoro e non hanno beni economici sufficienti per sopravvivere. La povertà di oggi è caratterizzata da una fragilità di relazioni, rapporti affettivi, familiari, amicali che vanno in frantumi e che lasciano la persona sola. Questa è la preoccupazione più allarmante e per questo gli operatori agiscono cercando di lavorare prima di tutto sulla fiducia, sull’empatia, sul ricostruire un dialogo fatto di possibilità e di speranza.

Una notizia positiva va rilevata: si registra una diminuzione delle persone incontrate – andamento che si sta confermando anche nel 2018 – si è passati da 17.120 nel 2015 a 14.633 nel 2017. La prima motivazione di questa diminuzione è da attribuire al calo degli immigrati incontrati (da oltre 11.300 nel 2015 a poco più di 9.800 nel 2017): diversi si sono spostati in altre città di Europa, altri sono tornati in patria, altri non sono proprio arrivati sul suolo italiano (considerando la diminuzione dell’80% degli arrivi).

Vediamo sulla realtà di Rimini cosa è successo

Rimini: la diminuzione è stata riscontrata principalmente da tre fattori: diversi immigrati sono tornati in patria, soprattutto rumeni; le famiglie sono state sempre più indirizzate alle proprie Caritas parrocchiali e ai Servizi sociali; alcuni servizi, come la distribuzione dei pacchi viveri, sono stati modificati con nuovi strumenti come l’Emporio.

Tuttavia, con la nascita di un nuovo progetto “Ambulatorio Nessuno Escluso”, si è riscontrato un aumento di immigrati che sono da lungo tempo sul territorio, ma non sono stati più nelle condizioni di rinnovare il Permesso di soggiorno e quindi hanno perso la residenza e di profughi usciti dai CAS di tutta Italia che non sanno dove andare, la Caritas diocesana di Rimini è infatti situata in un punto di passaggio, facilmente raggiungibile per le persone in difficoltà che attraversano il Paese, in quanto vicino alla stazione ferroviaria.

Il 29,4% delle persone incontrate sono donne, il 70.6% maschi. Il 58,1% sono persone che si sono già recata presso la Caritas ed il 41,9% sono nuove persone. Circa il 70% sono  cittadini stranieri

Aree di provenienza

Il rapporto  riscontra che la presenza non è uniforme su tutto il territorio regionale. Gli europei prevalgono a Imola, Ravenna e Carpi-Mirandola (in corrispondenza anche all’alta presenza di italiani) e a Rimini, per una frequenza più spiccata dei rumeni.

Modena registra una presenza più alta di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, seppur presenti in Europa. I nord africani prevalgono a San Marino-Montefeltro e a Fidenza, gli africani occidentali sono più presenti a Forlì, Cesena e Faenza.

Bisogni rilevati

Il primo fattore che spinge le persone a rivolgersi alla Caritas è per problemi economici. Nella maggior parte dei casi si tratta di un’assenza totale di reddito, ma, in molti altri casi, anche di un reddito insufficiente a causa di situazioni lavorative precarie o sottopagate. Negli ultimi mesi stanno emergendo anche situazioni di cattiva gestione del reddito, cioè di persone che hanno fatto investimenti sbagliati o acquisti, come può essere l’intraprendere un mutuo per una casa, che nel momento in cui sono stati fatti c’erano delle condizioni economiche che poi sono cambiate e hanno portato la persona/famiglia, all’indebitamento. La crisi economica non sembra ancora del tutto superata, infatti nel I semestre 2018 si registra un ulteriore aumento di problemi occupazionali. Coloro che hanno perso il lavoro difficilmente sono riusciti a tornare ad essere attivi e, se ce l’hanno fatta, non hanno comunque trovato soluzioni ottimali in grado di sconfiggere la propria situazione di povertà. Al terzo posto ci sono problematiche legate all’abitazione, anch’esse in crescita.

Alloggi

I dati complessivi regionali mostrano un aumento di situazioni alloggiative instabili e di fortuna. Con “domicilio di fortuna” si intende: posti letto in affitto, residence, stanze d’albergo, garage in affitto, centri di accoglienza… alloggi cioè temporanei, che non permettono di richiedere un domicilio, né tantomeno una residenza. L’aumento di queste situazioni instabili deve interrogare e far mettere la casa al primo posto delle agende politiche la casa.

Le Caritas diocesane dell’Emilia Romagna denunciano situazioni di affitti troppo cari a fronte di stipendi bassi e questo provoca inevitabile situazioni di povertà. Abbiamo analizzato i costi medi di affitto sui vari Comuni e si nota che la Provincia con il prezzo al metro quadro più alto sono: Bologna (11,05€), Rimini (9,29€), Ravenna (8,57€) e Parma (8,48€)

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