Alberto Ravaioli, interviene sulla vicenda dei canoni del Marina Blu di Rimini. E’ stato il sindaco che durante il suo mandato ha visto realizzarsi ed inaugurare la darsena. Un’opera complessa anche nella gestione. L’ex sindaco esprime tutta la sua preoccupazione per il futuro di questa importante attività di Rimini.
“Leggo di questa assurda storia che riguarda la Marina di Rimini. Non voglio entrare nei dettagli della vicenda dei canoni che già Chiamamicittà descrive con chiarezza. Da tutto ciò emerge con evidenza, scrive Alberto Ravaioli, di quale siano in Italia le distorsioni del sistema e la burocrazia italiana di cui anche gli organi giudiziari ne fanno parte. Tutte queste istituzioni statali ( anche giudiziarie dicevo) non sanno quanto duro lavoro comporta alle città costiere, come Rimini , la realizzazione la gestione delle Darsene.
Taluni, sbagliando pensano che le darsene siano un ricettacolo di ‘ricconi’ ( e in realta’ lo possono essere, ma come si sa le barche viaggiano sull’acqua e possono trasmigrare da un posto all’altro) e che quindi vadano bastonate. Si tratta di una rappresentazione sbagliata: le darsene rappresentano parte importante della vita delle città marinare. Vanno protette, aiutate , certamente senza regali.
A Rimini la costruzione della Darsena, prosegue Ravaioli, ha comportato grandi sacrifici, anche economici. La sua gestione e’ stata spesso in pericolo e fortunatamente con alcuni cambi gestionali ha ritrovato un suo equilibrio. I gestori del Marina di Rimini, sono dei coraggiosi e viaggiano spesso ‘sul filo del rasoio’ dal punto di vista economico. La Darsena non e’ un grande yacht come molti pensano, ma una struttura complessa che fatica a rimanere in equilibrio economico e i gestori, quando conducono la darsena con capacità, equilibrio e senza avventure, sono dei benemeriti. Che la Agenzia delle Entrate non sembri capire questo appare paradossale. Massacrare la Darsena significa massacrare le città.”
