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L’ex assessore Roberto Biagini interviene su Gnassi e le vigilesse.

Sarebbe interessante conoscere come è nata la diffusione della notizia che vede coinvolto il Sindaco Gnassi e le due vigilesse in quanto anche le modalità di approccio potrebbero spostare notevolmente l’impatto (ed il relativo giudizio) che notizie di questo genere hanno sull’ opinione pubblica (sono stati i giornali a chiamare l’ Ufficio Comunicazioni – URP del Comune di Rimini o lo stesso Sindaco in quanto sono venuti a conoscenza della relazione di servizio delle due vigilesse,  o è stato chi dell’ Ufficio di Supporto del Sindaco cura i rapporti con gli organi di informazione o lo stesso Sindaco a chiamare gli organi di informazione per comunicare la notizia anticipando la ricostruzione dell’ accaduto ?). Curiosità, si intende.

Gnassi ha sostenuto che ha agito come “avrebbe fatto un qualsiasi cittadino” e quindi in quel momento si è “spogliato volontariamente” dal suo ruolo. Una semplice sostituzioni di aggettivi: “qualsiasi” al posto di “primo”.

Bene: è fatto notorio che ogni qualvolta “un qualsiasi cittadino” si lamenti pubblicamente (giornali e social network) dell’ atteggiamento della Polizia Municipale (in generale è sempre stato più facile, quindi più ipocrita e meschino, attaccare la divisa del “pizzardone” rispetto a quelle indossate da altre forze di polizia) puntualmente interviene a difesa dell’ operato dell’ agente (se non altro con la dichiarazione canonica che  “ha compiuto il proprio dovere in quanto chiamato dai cittadini, in ottemperanza  dell’ ordine di servizio giornaliero, ecc…” )  in primis l’ assessore alla P.M., alle volte il Comandante autorizzato da quest’ ultimo e a seguire in sindacati del ramo ( oggi si sono lette le dichiarazioni del SULPL). Poi, in casi come questo, si aggiungeva sempre nella comunicazione: << A seguito delle reazioni dei cittadini intervenuti, gli agenti nella loro relazione di servizio si riserveranno di valutarne la rilevanza penale  ecc…>>.  A me è capitato più volte di intervenire, da Assessore alla P.M., con dichiarazioni di questo tipo, alle volte anche senza concordarle, e quindi  negligentemente lo riconosco, con l’addetto stampa.

Oppure, se potevano esserci immediati dubbi, riserve sull’ operato degli agenti, ed è capitato anche questo, si modulava la dichiarazione all’ occorrenza: << gli agenti sono stati chiamati dal Comandante in quanto ci sono aspetti da chiarire …verranno eventualmente valutati in altre sedi i comportamenti di cui sono stati accusati gli agenti. e quindi è inopportuno anticipare considerazioni ecc..>>.

Il silenzio di Jamil sull’ episodio (sempre presente, puntuale ed immediato nella difesa dell’operato della Polizia Municipale) è emblematico del suo oggettivo imbarazzo (lo capisco)  per l’accaduto così come è stato ricostruito dal Sindaco (rectius: “qualsiasi cittadino”) e così come è stato “divulgato” alla pubblica opinione.

Quindi manca la versione dell’altra “parte” nella ricostruzione dell’episodio (c’è stata effettivamente la multa? È stato chiesto all’ artista di strada di spostarsi? Non è dato “ufficialmente”, e cioè dell’ amministrazione comunale, a sapersi ), visto che si è sentita solo quella del “qualsiasi cittadino” Andrea Gnassi, che per << stemperare  la tensione ha segnalato alle due vigilesse che esisteva lì accanto una situazione oggettiva di traffico, macchine e furgoni in transito ecc… >>.

Restiamo in attesa, perché solo con la ricostruzione unilaterale del cittadino Andrea Gnassi ritengo impossibile formarsi un’opinione ed eventualmente esprimere giudizi pertinenti, almeno così è per me.

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