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Pd contro il disegno di legge Pillon. “Una trappola per le donne e per i bambini”

Il PD riminese aderisce alla manifetsazione contro il disegno di legge Pillon – di revisione delle norme in materia di separazione, divorzio e affido dei minori – promossa da Rompi il Silenzio, C.g.i.l e U.i.l. sabato 10 novembre, a Rimini, in Piazza Tre Martiri, dalle ore 9,30 alle ore 12,30.

Ecco la nota congiunta del segretario provinciale del Pd Stefano Giannini , del segretario comunale Alberto Vanni Lazzari e della Consigliera Regionale di Parità Sonia Alvisi, portavoce provinciale delle donne democratiche

Il DdL Pillon segnala una direzione molto chiara che questo governo intende prendere: offrire un modello di società fondato sulla famiglia patriarcale e assicurarla attraverso l’intervento dello Stato, attaccando direttamente l’autodeterminazione delle donne che la mettono in questione.

In particolare, scendiamo in piazza per dire NO a quelli che sono i punti qualificanti del disegno di legge:

1) MEDIAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA (A PAGAMENTO) – Se i figli sono minorenni la mediazione è obbligatoria anche nei casi di separazione consensuale sarà piu’ costoso separarsi.
2) IMPOSIZIONE DI TEMPI PARITARI – I figli devono trascorrere pari tempo con i genitori anche dividendosi a metà e facendo avanti e indietro tra due case
3) MANTENIMENTO DIRETTO – I genitori sono obbligati a fare un piano della spesa davanti al mediatore familiare
4) NESSUNA TUTELA CONTRO LA VIOLENZA IN FAMIGLIA – Il rifiuto del figlio di voler vedere uno dei genitori (di solito il padre) viene considerato “alienazione” da parte dell’altro genitore (di solito la madre) che può essere punito per questo
5) CHI RESTA NELLA CASA CONIUGALE PAGA – Il proprietario riceve un “affitto” dall’altro genitore
6) CHI NON MANTIENE I FIGLI NON VIENE PIU’ PUNITO – Non è più reato sottrarsi agli obblighi verso i figli.
7) L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO VERRA’ ABOLITO: chi si trova in una situazione di maggiore dipendenza economica e povertà – quasi sempre le donne – sarà sottoposta a un vero e proprio ricatto economico, affronterà la separazione o il percorso di liberazione dalla violenza domestica al prezzo di una crescente precarietà.
8) Finché la violenza domestica non è «comprovata» (come dice la proposta, senza ulteriori chiarimenti), bambini e bambine saranno costretti ad avere rapporti con il padre violento e una donna che denuncia la violenza subita dal marito, sarà facilmente sospettata di manipolare i figli contro il padre, rischiando di perdere la «responsabilità genitoriale».
9) La scelta di libertà sarà resa ancora più pesante per le donne migrantiil cui permesso di soggiorno è legato a quello dei mariti e sarà per tutte e tutti fortemente limitata da un sistema di welfare fortemente familistico e fondato sul matrimonio.

L’intento dichiarato del Senatore Pillonnel presentare il Disegno di Legge in questione è quello di svuotare di efficacia l’istituto del divorzio.

L’approvazione di questo DdL inasprirà un quadro sociale esasperato dal welfare familistico e da anni di politiche di austerity e privatizzazione, ricadute principalmente sulle spalle delle donne: un terzo delle madri sole con minori (quasi 1 milione) vivono a rischio di povertà o esclusione sociale; molti genitori separati affrontano crescenti difficoltà nell’accesso ai servizi medico-sanitari, abitativi, scolastici ed extrascolastici; il 30% delle donne sono costrette a lasciare il lavoro dopo aver avuto il primo figlio, rinunciando così a un proprio reddito; il congedo obbligatorio di paternità, precedentemente previsto per 4 giorni, è prossimo all’abolizione.

E’ per questo che, sabato saremo in piazza Tre Martiri, per ribadire il nostro no al disegno di legge Pillon.

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