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Spiagge. Cresce la protesta dei concessionari. Aumentano gli stabilimenti e bar dati in affido ad altri gestori

A livello nazionale la fiduciosa attesa per i provvedimenti promessi dal Governo in materia di concessioni demaniali turistiche(spiagge), iniziano a lasciare il posto a delusione e critiche.

Il presidente del Sindacato Balneari Italiani (il sindacato più importante del settore, aderente alla Confcommercio) Antonio Capacchione in una nota dei giorni scorsi ha criticato la manovra finanziaria del Governo per l’assenza totale di provvedimenti a favore dei balneari.

“ E’ sconcertante constatare, scrive il presidente Sib, che nessuna delle questioni, che noi abbiamo insistentemente e ripetutamente sollevato, abbia trovato spazio nei 90 articoli della Legge di Bilancio, né nei 27 articoli del Decreto Fiscale e neppure nei 60 articoli del Decreto Genova (che – come è noto – riguarda diverse emergenze nazionali). Non vi è nulla per “il superamento degli effetti pregiudizievoli della Direttiva Bolkestein” (come recita il punto 29 del Contratto di Governo); nulla per una diversa durata delle concessioni demaniali vigenti, analoga a quanto previsto dalla legge ligure n.26/2017; nulla per il superamento dei canoni pertinenziali; nulla per evitare lo smontaggio delle attrezzature balneari; nulla per uniformare l’aliquota IVA a tutte le altre aziende turistiche. E si potrebbe proseguire nell’elenco delle vitali richieste per poter continuare a fare il nostro lavoro…… Nè possono riempire questo vuoto assoluto di iniziativa legislativa le innumerevoli dichiarazioni, di autorevoli esponenti dell’attuale maggioranza e del Governo, di vicinanza e di condivisione alle nostre richieste. In assenza di atti concreti le stesse appaiono sempre più inutili e poco credibili”

A fronte di questa incertezza e con la scadenza delle concessioni che si avvicina (2020) i concessionari di molte località costiere italiane, compresa Rimini, hanno ridotto o fermato gli investimenti.

La confusione e le poche certezze stanno anche creando un blocco pressoché totale del turnover. Pochi i passaggi di concessione. In compenso aumentano gli affidi di chioschi\bar\ristoranti e di stabilimenti balneari. L’affido consiste nel chiedere “l’autorizzazione ad affidare la gestione di tutta o parte dell’attività oggetto della concessione medesima, a un altro soggetto”. Una specie di subaffitto.

Nel 2018, nel Comune di Rimini risultano affidati 83 stabilimenti su 233. Oltre un terzo delle attività di bagnino è gestita da un imprenditore diverso dal concessionario. Ma in questo caso occorre anche prendere in considerazione le operazioni di accorpamento tra concessionari attraverso società di gestione. Non si tratta di un sub affitto ma di una riorganizzazione dell’attività da parte degli stessi concessionari per offrire servizi migliori alla propria clientela.

La situazione è più marcata per quanto riguarda i chioschi\bar\ristoranti. In questo caso i sub affitti (affidi) sono 39 su 78. Anche in questo caso vi sono situazioni simili a quelle degli stabilimenti balneari ma in numero nettamente minore. Inoltre la forbice tra il canone che paga il concessionario titolare e l’affitto che paga il gestore è molto elevata. Infatti nella maggioranza dei casi si tratta di affitto di azienda, che comprende anche l’immobile e le attrezzature.

Tuttavia appare evidente la sproporzione tra quanto incassa lo Stato dai canoni di chioschi\bar\ristorante a Rimini (36 mila euro in tutto, per una media di 450 euro a pubblico esercizio) e quanto introita il concessionario con l’affido. Si tratta di affitti che variano dai 20 mila ai 40 mila euro annui con punte anche più alte per i pubblici esercizi più grandi o collocati in posizione pregiata.

Anche per questa situazione che è necessaria una riorganizzazione radicale delle concessioni, dando la possibilità di fare investimenti e garantire il rientro economico con una durata adeguata.

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