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Rimini, un clochard: “Mi hanno bruciato una mano in piazza Cavour”

Su chiama Giuseppe, ha 61 anni. Lo si può incontrare tutti i giorni, in estate e in inverno, tra piazza Cavour e i giardini dietro il Comune, con l’immancabile sportina di plastica dove tiene gli oggetti personali.

E’ un barbone, come si diceva una volta, adesso, quelli come lui, quasi a nobilitarne la condizione, li chiamano clochard, alla francese. Per lo più dorme sotto i portici del Comune, da solo.

Qualche volta domanda una sigaretta, e così, fra qualche chiacchiera del più e del meno esce la sua storia.

Ma l’ultima che ha raccontato ha dell’agghiacciante: “Era nel pomeriggio ed ero stanchissimo – attacca – non ce la facevo proprio più e così mi sono addormentato qui (indica la banchina del Comune che da verso Corso d’Augusto). Sono stato svegliato da un dolore fortissimo alla mano destra. Ho visto 4-5 ragazzini intorno a me, avranno avuto 16-17 anni. Uno di questi, con una bomboletta del gas, di quelle da campeggio, modificata, mi stava bruciando la mano”. 

Mi è andata bene, poteva bruciarmi la manica del giaccone e allora… Ci ho parlato. Mi hanno detto che volevano farmi uno scherzo. Poi sono andato a farmi medicare. Non li ho nemmeno denunciati”.

L’episodio ricorda quello di una decina di anni fa quando un senzatetto fu cosparso di benzina da quattro giovani e bruciato mentre dormiva su una panchina, alla Colonnella. Quando le conseguenze di uno “scherzo” furono molto più gravi.

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