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I biscotti del pescatore

La curiosità è femmina. Dal banco di diversi panifici della nostra zona fanno l’occhiolino questi “biscotti del pescatore”. L’assaggio è d’obbligo. Hmmm!
“Ma, perché questo nome?”, chiediamo.

La risposta del fornaio è gentile ed esauriente.
“E’ una ricetta antica. – ci spiega – Vengono detti ‘del pescatore’ perché si conservano a lungo e quindi erano adatti da portare in mare, quando si stava fuori molti giorni”.

Cercando in rete, non abbiamo trovato riferimenti diretti alla Romagna. Piuttosto a diverse zone delle Marche e della Toscana (“biscotti del pescatore” o “pan del pescatore”).

In ogni caso, dal libro di Pellegrino Artusi, che può ben definirsi un “(tosco-romagnolo”, troviamo la ricetta n. 569 (Biscotti croccanti II), che sembra la più vicina a quella del panificio. Quest’ultima prevede l’uso della margarina, che noi però preferiamo sostituire col burro.

Ecco la ricetta, provata con successo e fotografata appena prima della sparizione ad opera dei familiari attirati dal profumo proveniente dalla cucina. “Conservarli a lungo”, infatti, è un problema che proprio non ci tocca…

Ingredienti: 400 grammi di farina “00”, 200 grammi di zucchero, 100 grammi di burro, 3 uova, mezza bustina di lievito per dolci, 30 grammi di uvetta sultanina, 20 grammi di pinoli, 40 grammi di mandorle spellate intere, 40 grammi di noci, due cucchiai di liquore.

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Mettere a bagno l’uvetta nel liquore. In una ciotola mescolare velocemente (con una forchetta) farina, zucchero, lievito, burro, uova. Aggiungere gli altri ingredienti, continuando ad impastare con le mani. Preparare delle palline un po’ schiacciate (tipo polpette) e appoggiarle un po’ distanziate su una teglia ricoperta con carta da forno.

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Infornare per 20 minuti, temperatura 160 gradi circa.
Provate pure voi! E, buon appetito!
Alla prossima…

Maria Cristina Muccioli

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