La banda che nella notte tra il 17 e il 18 ottobre aveva rapinato e pestato una transessuale tunisina è ora al completo in galera. Ma durante gli ultimi arresti gli uomini della Questura di Rimini hanno anche dovuto subire un lancio di bottiglie partito da un bar vicino al rifugio di un ricercato.
Gli uomini delle Volanti della hanno individuato, identificato e sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria anche il secondo uomo che aveva commesso una rapina nei confronti di un transessuale di origine tunisina, fatto per il quale gli agenti della Questura avevano già sottoposto a fermo un cittadino albanese.
Quella botte la transessuale, mentre era in strada su via Regina Margherita a Marebello – era stata avvicinata da un ragazzo di origine albanese che lei conosceva. E temeva: quando le è stato chiesto di avvicinarsi se ne era ben guardata. Ma non era servito a nulla, perché il ragazzo le era corso addosso e, dopo averla afferrato per il collo con un braccio, con l’altro l’aveva colpita con un pugno in testa.
Nonostante ciò la trans era riuscita a liberarsi e a scappare a piedi sulla via Regina Margherita in direzione Marina Centro, ma a quel punto il ragazzo aveva chiamato altri due uomini, entrambi di origine tunisina, ed insieme a loro l’aveva raggiunta e bloccata nuovamente per il collo, era iniziato il pestaggio.
Mentre l’uomo picchiava e diceva delle parole in albanese, il tunisino più alto le strappava la borsa di mano e scappava via, mentre quello più basso le teneva bloccato il braccio sinistro per impedirgli di liberarsi e difendersi.
Approfittando di un momento di tregua, di nuovo la malcapitata alla fine era riuscita a liberarsi e a scappare via.
Per le indagini degli agenti, fondamentali sono stati la descrizione dell’autore della rapina fornita dalla vittima nonché la profonda conoscenza del territorio propria degli agenti impegnati quotidianamente nell’attività di pattugliamento.
E, infatti, già la mattina del 19, i poliziotti hanno bloccato l’albanese nei pressi della stazione di Rimini. Un arresto movimentato, con tanto di tentativo di fuga e, quel che è peggio, un contestuale lancio di bottiglie verso gli agenti da parte di alcuni soggetti che stazionavano in un bar poco distante.-
L’attività di indagine non è però terminata.
Nella giornata di ieri infatti gli uomini delle Volanti della Questura hanno effettuato un controllo amministrativo presso una pensione, dove tutto faceva pensare che si potesse nascondere l’altro autore della rapina: quello che la vittima aveva descritto con una cicatrice sotto l’occhio destro.
E infatti in una stanza del secondo piano occupata da una ragazza regolarmente registrata, c’era anche un ragazzo magrebino che al momento del controllo, in modo goffo, ha tentato di nascondersi sotto le coperte.
L’uomo, non registrato nell’hotel nonché sprovvisto di documenti, è risultato perfettamente corrispondente alle descrizioni sia per la statura che per l’età nonché per il particolare della cicatrice sul volto.
Accompagnato presso gli Uffici della Questura, dove dopo ulteriori accertamenti (che hanno permesso anche di verificare la posizione da irregolare sul territorio), è stato sottoposto al fermo di polizia giudiziaria, provvedimento convalidato nel corso dell’udienza tenutasi questa mattina, al termine della quale il Giudice ha disposto il suo trasferimento in carcere.
E non è tutto, la Divisione Amministrativa e sociale della Questura di Rimini, avendone certificato la frequentazione da parte di persone con pregiudizi di polizia, ha notificato al titolare del bar dal quale è iniziato il lancio di bottiglie il provvedimento con il quale il Questore di Rimini, ha disposto ai sensi dell’articolo 100 TULPS, la sospensione della licenza con la chiusura del locale per 15 giorni.