Avere una memoria di ferro nel vero senso della parola. Ricordarsi che giorno era il 31 agosto del 2003, oppure cosa si è mangiato il 21 maggio del 1997. Beh, per la maggior parte di noi è già difficile ricordare cosa abbiamo fatto il giorno prima ma non per Veronica Carletti, psicoterapeuta 37enne di Rimini. La dottoressa è stata selezionata insieme ad altre 7 persone con la stessa capacità, per uno studio della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma. Proviamo a farle qualche domanda per saperne di più su questa specie di “Superpotere”.
Dott.ssa Carletti, quando ha scoperto di possedere questo suo talento?
“Mi sono resa conto di avere un calendario circolare nella mia mente fatto di anni, mesi e giorni colorati, all’età di dodici anni, in prima media”.
Se le chiedessi cosa ha fatto il 14 settembre 2008, cosa mi risponderebbe?
“Il 14 settembre 2008 era domenica e stavo studiando forsennatamente per a prova di ingresso al corso di formazione di medicina generale, che si sarebbe tenuto di lì a tre giorni. Ricordo che per questo motivo non sono andata ad un matrimonio a cui ero stata invitata”.
E invece il 25 giugno 1996?
“Ho dormito fino a mezzogiorno. Avevo appena concluso il 1° anno al liceo scientifico ed ero soddisfatta, perché avevo avuto la media dell’otto. Era un martedì”.
Ha mai pesato di avere un sorta di “Superpotere?”
“Ho vissuto trent’anni sentendomi diversa dagli altri, né meglio né peggio, soltanto diversa. Non ho mai pensato di avere superpoteri”.
Si è mai sentita sola e non capita dagli altri per la sua memoria?
“Assolutamente sì, soprattutto durante l’adolescenza e i primi anni di università. Non comprendevo perché a me bastasse un semplice stimolo visivo, uditivo e olfattivo per fare emergere una marea di ricordi, mentre agli altri no. Provavo a spiegare cosa accadeva nella mia mente, ma in risposta ottenevo solo facce perplesse”.
A scuola quindi, le bastava ascoltare la lezione e si ricordava tutto? Stava poco sui libri?
“No, a scuola studiavo e mi impegnavo come tutti i miei coetanei, non ero avvantaggiata. La super memoria è autobiografica e non semantica”.
Quante persone con la super memoria esistono nel mondo?
“Si stima che di persone con la “Sindrome di super ricordi” (HSAM – Higly Superior Autobiographical Memory ndr), così si chiama, siano circa 200/300”.
Lei è stata selezionata insieme ad altre persone che hanno questa sindrome per alcuni studi, giusto? Ha dovuto fare dei test?
“Siamo stati selezionati in 8. Dopo un colloquio-intervista telefonica, siamo stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale”.
Per quanto riguarda la sua professione in campo medico, ha mai tratto vantaggio da questa sua capacità?
“Certo, ho i miei vantaggi nel ricordare date, eventi e compleanni di circa 5000 persone, ma a livello lavorativo, soprattutto in campo medico, quello che conta è la volontà di aiutare il prossimo”.
Ha mai pensato che, un giorno, magari quando avrà qualche anno in più, potrebbe perdere questo suo talento?
“Sinceramente non ci ho mai pensato. L’ho sempre sentito come qualcosa di innato, incastonato nella mia mente. Se dovesse succedere non avrei rimpianti, perché saprei di aver vissuto una vita intensa e di aver contribuito, a modo mio, fare progredire la ricerca”.
A cura di Nicola Luccarelli