In questi giorni stanno arrivando delle lettere alle amministrazioni comunali che hanno sottoscritto un contratto con OBike Italia. Nelle missive in cui la società annuncia la sospensione del servizio di bike sharing a flusso libero. Una iniziativa che è in corso in tutte le città italiane nelle quali OBike Italia è presente come fornitore del servizio di bike sharing a flusso libero. Tra le città coinvolte, anche quelle della costa romagnola: Rimini, Ravenna, Cervia, Cesenatico, Riccione e Misano.
La motivazione dell’abbandono è spiegata così: “Per cause esclusivamente relative al rapporto tra oBike Italia s.r.l. e le aziende asiatiche proprietarie delle licenze e delle piattaforme su cui si basa il servizio di bike sharing offerto da OBike in Italia – si legge nella lettera – non siamo più in grado di garantire gli standard minimi di attività richiesti dall’Avviso pubbliche inerente al bike sharing a flusso libero. La mancanza di supporto da parte di oBike Asia, soprattutto per quanto riguarda i servizi digitali di front e back end, ci costringe a sospendere il servizio”…
La notizia delle difficoltà dell’azienda di Singapore era stata data dal nostro giornale già il 15 agosto.
Ora dopo alcuni tentativi di mantenere operativa l’azienda OBike Italia, pare arrivato l’epilogo.
Ora si tratta di capire cosa succederà alle 4 mila biciclette sparse nelle città della costa. In questo caso la notizia è positiva. L’azienda che ha un contratto con OBike Italia per la manutenzione delle biciclette sulla costa, per puro spirito deontologico, raccoglierà tutte le biciclette per ricoverarle in un deposito a Milano Marittima. Il lavoro è già iniziato nelle realtà più piccole, per poi completarsi nelle città. Ogni OBike costa 120 euro, quindi è vitale recuperare un capitale che solo in Romagna sfiora il mezzo milione di euro, pur con i danneggiamenti e gli ammanchi “fisiologici” per questo tipo di servizio.
La seconda incognita riguarda il futuro. Il servizio di bike sharing a flusso libero ha avuto un successo notevole. Da una prima stima, le 4 mila biciclette della costa romagnola hanno percorso circa 100 mila chilometri. Il pubblico ha apprezzato e anche molti albergatori si erano equipaggiati con un parco di bici giallo-argento.
Un servizio, quindi, che tutti i sindaci chiedono che venga mantenuto anche per il prossimo anno. Da qui la volontà di verificare la possibilità di costituire una società, composta da realtà locali, che possa gestire un servizio di bike sharing a flusso libero anche per i prossimi anni. Con alcuni correttivi importanti.
Il modello potrebbe essere quello di MoBike (colosso del bike sharing mondiale) che sta funzionando bene a Bologna. In questo caso per garantire un servizio efficace di gestione e manutenzioni delle bici, il gestore oltre al pagamento della tariffa dall’utente che utilizza la bicicletta riceve anche un contributo da parte dell’amministrazione comunale.L’alternativa sarebbe alzare le tariffe dell’utilizzo, ma rendendo il servizio più costoso e meno fruibile da parte di tutti.
Si sta lavorando anche ad una ipotesi di coinvolgimento dell’azienda dei trasporti Start (gestore del trasporto pubblico in Romagna) e di utilizzare fondi europei finalizzati all’intermodalità.
Si cerca insomma di far rinascere su basi più solide un’esperienza che si è dimostrata positiva e che sta funzionando in tante città del mondo.