Cerca
Home > Ultima ora Attualità > Hospice di Rimini, una testimonianza di gratitudine: “Qui la paura si trasforma in conforto”

Hospice di Rimini, una testimonianza di gratitudine: “Qui la paura si trasforma in conforto”

Alla cronaca non passano solo i casi di malasanità, accertata o presunta, come il caso dell’imprenditore morto a Cesena per un’emorragia cerebrale dopo essere stato dimesso dall’Ospedale di Rimini.

Alle redazioni dei giornali locali è stata recapitata nel pomeriggio di oggi la lettera di un uomo affranto per un lutto recente, la dolorosa perdita della moglie, avvenuta due mesi fa. Affranto, certo, ma grato per il trattamento riservato a lui e soprattutto alla cara moglie dal personale del servizio Hospice dell’Ospedale di Rimini, le “casette” dove i pazienti in fase terminale trascorrono gli ultimi giorni prima del commiato finale. 

Hospice: un nome, un concetto che spesso evoca sensazioni angosciose. Per la mia famiglia è stato invece un luogo di trasformazione della paura in conforto, di assistenza medica e infermieristica di primissimo livello, di intimità familiare e umanità. Di serenità. Giunta al termine di una lunga storia oncologica, mia moglie è stata accompagnata al commiato finale con dolcezza, senza dolore, senza la terribile percezione dell’imminenza, circondata e tenuta per mano dalle persone più care.

Una sorta di magia, determinata però da quattro elementiassolutamente concreti, strutturali, frutti non casuali di un progetto ben definito. Ho intenzionalmente atteso due mesi prima di scriverne, volendo evitare eccessi emotivi e, se possibile, andare al di là della singola esperienza personale.

1. Efficacia delle cure mediche. Le terapie antalgiche e sintomatiche sono una prima, fondamentale chiave di volta. Nel nostro caso hanno consentito condizioni psico-fisiche e una qualità di vita inimmaginabili, considerando le implicazioni della malattia.

2. Qualità del personale. Primario, medici, infermieri, OSS, persino addetti alle pulizie. Tutti, ciascuno nel proprio ruolo, hanno costantemente mostrato competenza, professionalità, pazienza, gentilezza e una chiara consapevolezza della funzione che sono chiamati a svolgere. Qualità niente affatto scontate, davvero apprezzabili ed estremamente appropriate a un contesto così delicato.

3. Organizzazione del reparto. Assistenza costante, tempestività degli adeguamenti terapeutici in funzione dell’evoluzione (spesso rapida) delle condizioni del paziente, passaggio di consegne sistematico (medici e infermieri appena entrati in turno sempre manifestamente informati anche di piccoli episodi occorsi a ciascun paziente nel turno precedente). Sicuramente la gestione è più complessa di così, ma questi aspetti percepiti direttamente da pazienti e parenti trasmettono una tangibile sensazione di essere curati e trattati con attenzione.

4. Struttura di accoglienza.
Orari di visita liberi e belle stanze riservate a singoli pazienti (attrezzate con frigorifero, forno microonde, TV e un secondo letto per un accompagnatore) rendono praticabile e confortevole
un’assistenza familiare di 24/h, una condizione che può essere considerata come parte integrante della cura.

L’Hospice di Rimini è un’eccellenza della quale si ha probabilmente poca conoscenza. Forse perché vi è un certo pudore a parlarne. Forse perché è nella natura stessa del reparto mantenere unprofilo di riservatezza. A maggior ragione ritengo giusto e doveroso, ma soprattutto desidero tributare un riconoscimento pubblico alle persone che vi operano, che si misurano con carichiemotivi e umani spesso assai grevi, fronteggiandoli però con un sorriso dolce. Personalmente non saprò mai ringraziarle abbastanza”.

Lettera firmata

Ultimi Articoli

Scroll Up