Viste le due gare di campionato disputate sin qui dal Rimini possiamo ammettere che abbiamo già una prima vincitrice. La categoria.
Dopo due anni tra i dilettanti l’impatto, soprattutto dal vivo, risulta essere perfino sorprendente.
Premessa. I biancorossi hanno incontrato dopo sole due giornate altrettante formazioni importanti e blasonate. Il risultato? Due belle gare con ottime giocate tanto ritmo e parecchia intensità che in D non si ricordavano.
Come esce il Rimini dal pareggio di Vicenza?
A mente fredda, con un punto sicuramente meritato ma portato in dote anche dalla scarsa concretezza degli avversari, che sono arrivati tantissime volte al tiro, a tratti anche in maniera arrembante, senza tuttavia riuscire a segnare, almeno fino al rigore tirato a tempo quasi scaduto.
Doveroso sottolineare che prima del tocco di mano di Brighi, in almeno un paio di occasioni, si sarebbe potuto fermare il gioco fischiando un calcio di punizione in favore del Rimini, consegnando di fatto la vittoria ai biancorossi ma le occasioni per il Vicenza sono state talmente tante (diversi pali e un rigore negato, tra le tante) che non si riesce a recriminare a voce troppo alta.
Resta comunque una impressione positiva e nitidissima in merito alla capacità della squadra di soffrire e rimanere in gara, subire l’avversario, certo, ma sempre con la consapevolezza di potergli fare male alla prima occasione.
Emblematico il finale del primo tempo in cui, poco prima del fischio che avrebbe mandato tutti negli spogliatoi, il Rimini ha visto da vicino la segnatura con la conclusione di Buonaventura smanacciata in angolo dall’ estremo difensore vicentino.
Si veniva da almeno 20 minuti di vera apnea ma quella zampata ha fatto capire al Vicenza che non trovando il vantaggio i padroni di casa rischiavano l’intera posta, come poi si è visto.
C’è stata sicuramente anche un po’ di buona sorte nei frangenti più cupi della gara al Romeo Menti, ma saper soffrire cercando il colpaccio al momento opportuno è comunque una qualità che non tutte le squadre hanno.
Arriveranno gare, ammettiamolo, in cui l’ amnesia degli attaccanti avversari sarà diluita in un po’di buona sorte e allora valuteremo anche lo spirito di reazione di questa squadra quando va sotto, cosa ancora non accaduta in queste due gare.
LA GARA CON IL PORDENONE
Non c’è due senza tre recita un vecchio adagio e così dopo due squadre segnalate dalla critica come accreditate ad un buon piazzamento finale ci tocca una terza tra le favorite del torneo.
Domenica 30 settembre, alle ore 14 e 30, al Romeo Neri sarà di scena infatti il Pordenone.
Squadra attualmente in vetta a punteggio pieno insieme al Monza, che scenderà al Neri con l’ intenzione di mettere ulteriore fieno in cascina.
Anche qui i grandi nomi si sprecano, da De Agostini a Stefani passando per Burrai, Germinale, Berrettoni, Ciurria e qui mi fermo ma potrei continuare, perché mister Tesser non ha gli uomini contati.
L’impresa più recente dei Ramarri, come sono soprannominati a Pordenone, risale a poco meno di un anno fa quando allo stadio Meazza il 12 dicembre l’ Inter riuscì a passare il turno di coppa Italia solamente ai rigori. Per di più risicando un 5 – 4.
Tanto si è detto e scritto di quella gara e di quei 10mila tifosi che da Pordenone andarono a San Siro per alimentare il sogno.
Resta l’ aver sfiorato il risultato storico e la consapevolezza che quel palcoscenico portò via un po’ di concentrazione ai Ramarri che incapparono poi in alcuni passaggi a vuoto, in campionato, pagati a caro prezzo.
I 9 punti sin qui collezionati sono stati ottenuti battendo il Fano in casa al primo turno per 2 a 1, vincendo in trasferta sul campo dell’Albinoleffe con lo stesso risultato per poi battere in casa la Virtus Vecomp Verona per 1 a 0. Avversari sulla carta non insormontabili per chi, come il Pordenone, sogna in grande soprattutto se le porte della serie B dovessero alla fine spalancarsi per la Ternana che domenica prossima non disputerà la quarta gara su quattro in attesa di una decisione definitiva che ancora non arriva.
C’è molta curiosità attorno al Rimini che, a distanza di soli sette giorni, torna di scena al Neri con l’ obiettivo di bissare la bella prestazione della settimana scorsa.
A mister Righetti l’ onore e l’ onere di scegliere l’undici che scenderà in campo.
Di sicuro il morale è alto nella truppa biancorossa visti i 4 punti sin qui conquistati e la sensazione che la categoria non solo e’ alla nostra portata ma potrebbe anche permetterci di dire per davvero che l’ appetito che vien mangiando.
Solo dieci giorni fa i dubbi erano tanti e le certezze poche. Deve essere chiaro che non possono essere due sole gare a battezzare la caratura di questa squadra.
Con fiducia aspettiamo ancora prima di sbilanciarci verso le alte vette dei sogni di gloria con la consapevolezza acquisita che tutti dovranno fare i conti col battagliero Rimini, soprattutto al Neri.
Non sono ancora disponibili le graduatorie del numero di abbonati mentre sono presenti i dati relativi agli spettatori complessivi delle gare del campionato avendo tutte le squadre disputato almeno una gara casalinga.
Nel torneo a 20, col fantasma Ternana a quota zero, il Rimini con 2204 presenti nella gara di esordio e’, al momento, il quinto pubblico del girone dietro a Vicenza, Triestina, Sambenedettese e Teramo che hanno visto gremire i loro spalti rispettivamnte da 8439, 4646, 3179 e 3023 spettatori.
Dietro a queste quattro e davanti ad altre quattro che superano il migliaio pur non raggiungendo le 2000 unita, parliamo del lanciatissimo Monza, del Ravenna, del Pesaro e del Pordenone.
Tutte le altre squadre non superano le 1000 presenze.
Con l’ auspicio che Rimini cresca anche sotto questo aspetto godiamoci la gara di domenica 30 settembre alle ore 14 e 30,previsto pubblico anche da Pordenone.
Forza Rimini!