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Si chiude il sipario sul progetto “Riutilizzasi Colonia Bolognese”, con la promessa di tornare la prossima estate

Dalle lezioni di yoga ai corsi di pilates, dal cinema all’aperto ai corsi di video montaggio. E poi ancora concerti e spettacoli e addirittura un convegno sull’attualissimo tema del riuso degli spazi abbandonati, Rimini Wake Hub, che si concluderà stasera, chiudendo infine il sipario sul progetto “Riutilizzasi Colonia Bolognese”, messo in campo dall’Associazione Il Palloncino Rosso, espressione di quella società civile che a Rimini trova spesso un fertile campo d’azione, vedasi il progetto Ci.vi.vo attivo nella maggior parte dei quartieri cittadini.

L’estate ha acceso quindi i riflettori sulla Colonia Bolognese, riflettori in realtà puntati sull’intera frazione di Miramare – a voler essere precisi sul litorale sud – anche per gli episodi di cronaca, espressione sommitale di un’annosa situazione di degrado che lo stato di abbandono delle colonie contribuisce a rendere visibile anche i turisti che transitano sui viali (Regina Margherita e Principe Amedeo) paralleli ai lungomari. S

e le massicce operazioni di contrasto ai fenomeni di degrado hanno in parte contenuto una degenerazione del fenomeno, va dato atto al progetto il merito di aver restituito, seppur in maniera parziale e temporanea, un angolo di città ai residenti e ai turisti chiamati a partecipare come attori alle attività proposte.

Un intervento, quello della società civile che l’associazione rappresenta, reso possibile anche grazie al contributo della curatela fallimentare della Cmv, l’impresa che avrebbe dovuto portare a termine il restauro e il recupero della Colonia Bolognese, rappresentata dal ragioniere Ettore TrippitelliFabrizio Tentoni. “La Colonia Bolognese vale per intero 18 milioni e questa cifra rende bene l’idea di quanto sarà difficile trovare un acquirente – spiega Trippitelli –  C’è una situazione di degrado che auspico possa essere contrasta anche con l’ausilio di importanti operazioni di polizia che ci consentano di poter chiudere e recintare dopo averlo bonificato da presenze disturbanti. Intanto ben vengono le operazioni di rigenerazione promosse dal Palloncino Rosso”.

Per l’avvocato Luca Zamagni, presidente dell’Associazione Il Palloncino Rosso “questa prima estate che ci ha visti coinvolti in un progetto volto a restituire un pezzo di città ai cittadini ci ha regalato soddisfazioni. Per il prossimo anno contiamo di ripetere l’operazione contando anche sul contributo di altri enti e associazioni con l’obiettivo di rigenerare spazi”.

Un plauso è arrivato anche dall’amministrazione comunale.Ho seguito con interesse lo sviluppo dell’iniziativa e del progetto – ha commentato l’Assessore ai lavori pubblici e alla sicurezza Jamil Sadegholvaad – E’ ovvio che l’interesse dell’Amministrazione sia riuscire a trovare un acquirente, ma iniziative come queste restano fondamentali quando numerose criticità impediscono di trovare soluzione alternative”.

Tra le difficoltà che da tempo rendono critico il recupero delle colonie marine lungo tutta la Riviera Romagnola emergono i vincoli storico architettonici imposti dalla Soprintendenza e, naturalmente, le ingenti spese in termini di acquisto degli immobili, cui vanno aggiunti i costi di restauro e recupero degli stessi.

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