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Concessioni spiagge e Bolkestein, la Cgil: “Al tavolo di Centinaio vogliamo esserci anche noi”

Il Ministro agli Affari Regionali Erika Stefani e quello al Turismo Gian Marco Centinaio hanno annunciato l’apertura di un tavolo tecnico  sulla annosa questione dell’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari e marittime.

I ministri leghisti hanno fatto capire che tenteranno di riproporre l’interpretazione secondo la quale la Bolkestein non dovrebbe applicarsi alle spiagge. Ma di fronte a un “no” di Bruxelles, pressoché scontato dal momento che su questo tema la Commissione europea si è già espressa nel luglio scorso, sarebbe già pronto un “piano B”: più o meno, prorogare le concessioni in essere per altri 30 anni e mettere a gara solo quelle nuove. Strada anche questa impervia, se non altro per le ripetute sentenze della Corte Costituzionale che a chiare lettere vietano ogni proroga e stabiliscono invece l’obbligo delle aste per tutte le concessioni, quelle demaniali comprese.

Fatto sta che a quel tavolo ci vuole stare anche la Cgil:Se l’iter riparte noi vogliamo esserne parte attiva perché le lavoratrici e i lavoratori su cui ricadranno le scelte del Governo li rappresentiamo noi e non i balneari” dichiara il segretario nazionale della Filcams Cgil Cristian Sesena.

Che prosegue: “Non recepire la direttiva ci pare onestamente un’operazione impraticabile e potenzialmente gravida di conseguenze negative; diverso è ragionare con tutti gli attori coinvolti di come adeguarsi alla normativa europea tutelando imprese e lavoratori, ambiente e territorio, promuovendo trasparenza, salvaguardia e sostenibilità ambientale, nonché innovazione.”

La Filcams chiede che eventuali future iniziative legislative in materia prevedano esplicite garanzie per la continuità occupazionale, per il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza degli operatori di settore e per l’applicazione dei contratti nazionali.

“Vogliamo portare la voce di chi lavora all’interno di questa delicata discussione. Le recenti vicende che hanno riguardato il territorio di Rimini in cui le associazioni dei balneari si sono rifiutate di prolungare, nonostante il protrarsi eccezionale della bella stagione, il servizio di salvataggio sulle spiagge, dimostra come il fattore lavoro rischi sempre di essere sacrificato sull’altare di piccoli tornaconti e interessi economici e con gravi rischi per i turisti”.

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