Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia dell’intervento del ministro Erika Stefani che ha risposto in aula al Senato ad una interrogazione della senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli sui temi delle concessioni demaniali. Una risposta, quella del ministro, che ha suscitato sconcerto e non poche polemiche tra gli imprenditori balneari.
In sostanza il ministro Stefani ha detto due cose. La prima è che il governo non ritira l’impugnativa alla Corte Costituzionale contro la legge della regione Liguria che estende le concessioni di trent’anni. Secondo, i il ministro ha confermato che vi sarà un tavolo interministeriale per affrontare il problema delle concessioni demaniali e del recepimento della “direttiva Bolkestein”.
Le affermazioni del ministro Erika Stefani hanno provocato una risposta polemica da parte del SIB (Sindacato Balneari Italiani) “La risposta del Ministro Erika Stefani è stato a mio avviso sbrigativo, generico e burocratico – afferma Antonio Capacchione, presidente del sindacato –Molto lontano dalle necessità del settore e dalle aspettative dei balneari italiani anche ingenerate dalle impegnative dichiarazioni di autorevoli esponenti dell’attuale maggioranza”.
Il Ministro leghista Gian Marco Centinaio, il giorno dopo le risposte della sua collega (anche di partito) Stefani, non prende le distanze ma in sostanza conferma ciò che il ministro aveva detto al Senato.
Dice Centinaio:
«Il governo andrà in Europa a trattare l’esclusione degli stabilimenti balneari dalla direttiva Bolkestein».
«Indipendentemente da quello che è successo nei giorni scorsi in aula sulla legge della Liguria, non sto facendo promesse a vanvera: nei prossimi giorni mi metterò al lavoro insieme ai ministri Stefani, Toninelli e Savona e poi convocheremo anche le associazioni di categoria».
Centinaio ha ricordato le parole di Frits Bolkestein: «Se l’autore della direttiva servizi ha detto che gli stabilimenti balneari non sono un servizio e dunque non rientrano nella direttiva, il nostro compito è far capire all’Europa che questa interpretazione è quella autentica».
«Sarà una battaglia importante e difficilissima – ha aggiunto il ministro – perché ci arrivano già notizie dall’Europa, e sappiamo che vogliono dirci che la direttiva è stata modificata e di conseguenza gli stabilimenti balneari devono rientrare nella Bolkestein. Se così fosse, dobbiamo lavorare insieme a un piano B».
Le parole pronunciate dal ministro del Turismo sono per lo meno singolari. Infatti dall’Europa non arrivano “voci”, ma una sentenza della Corte di Giustizia Europea che chiarisce in via definitiva che le concessioni balneari fanno parte della direttiva servizi. A due interrogazioni degli europarlamentari di Lega e del Pd sulle affermazioni di Bolkestein ha risposto Elżbieta Bieńkowska a nome della Commissione (6.7.2018):
“La competenza esclusiva della Corte di giustizia dell’UE è decidere in merito alla validità e all’interpretazione degli atti legislativi dell’UE. Nella sentenza del 14 luglio 2016, la Corte ha confermato che le concessioni balneari sono autorizzazioni ai sensi della direttiva 2006/123/CE, dal momento che esse comportano un’autorizzazione a esercitare un’attività economica in un’area demaniale . Esse rientrano quindi nell’ambito delle disposizioni pertinenti del diritto dell’UE, compreso l’articolo 12 di tale direttiva, qualora la scarsità della risorsa in questione nel territorio comunale interessato sia accertata e, in ogni caso, compreso l’articolo 49 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, qualora esista un interesse transfrontaliero certo”.
Ricapitolando. Finita la campagna elettorale, la richiesta di esclusione delle spiagge dalla direttiva Bolkestein si svela per quello che è sempre stata: pura propaganda. Invece, il governo lavora ad un “piano B” non ben precisato, ma che, per quanto concertato con gli operatori, per avere un qualche effetto dovrà necessariamente stare entro la cornice delle sentenze della Corte Costituzionale Italiana ed Europea. Insomma, quel “recepimento della Bolkestein” di cui aveva parlato la Stefani.
Sicuramente la prossima edizione del SUN (la manifestazione fieristica per il mondo dell’outdoor, degli stabilimenti balneari e dei campeggi) in programma a Rimini da 10 al 12 ottobre, sarà per gli operatori un’occasione per discutere delle proposte del Governo.