Oggi (martedì 11 settembre) in V commissione consigliare del Comune di Rimini si discute di una delibera molto importante per le politiche del turismo riminese e romagnolo.
Infatti nell’ordine del giorno si legge:” nuove modalita’ di gestione del servizio di I.a.t. (informazione ed accoglienza turistica), nell’ambito dell’individuazione di una DMC (Destination Management Company) che si occupi della più ampia attività di promozione e promo-commercializzazione turistica del territorio del comune di Rimini ed atti connessi”.
Apparentemente una delibera tecnica, ma in realtà non è così.
Ma andiamo con ordine.
– Nel 2007 inizia ad operare Rimini Reservation s.r.l società partecipata dal 51% dal Comune di Rimini e, per il residuo 49%, dal socio privato “Promozione Alberghiera”
– Il Testo unico delle società a partecipazione pubblica”, in vigore dal 23/09/2016 non permette il mantenimento di queste società a maggioranza pubblica. Per questa ragione Rimini Reservation è stata messa in liquidazione.
– Il comune di Rimini vuole sostituire la società in liquidazione, esternalizzando, mediante “appalto di servizi”, il servizio di informazione e accoglienza turistica (finora svolto – unitamente alla connessa attività di reservation, da Rimini Reservation).
– Il nuovo servizio dovrebbe essere svolto da una D.M.C. (Destination Management Company)
Fino a qui si tratta di un cambio di gestione (da società pubblico-privato a società esterna privata) delle attività svolte sino ad ora da Rimini Reservation.
In realtà con la proposta deliberativa il comune di Rimini si va oltre. Infatti, come scritto nella relazione che accompagna la delibera, la nuova D.M.C privata si deve occupare “oltre che dell’attività di informazione ed accoglienza turistica e reservation anche delle attività di promo-commercializzazione (in sostanza un soggetto che si occupi a tutto tondo di destination management)”.
Non solo. Nella relazione si rafforza questo concetto, quando si auspica che la nuova DMC possa”incidere positivamente sul tessuto economico del territorio riminese, sviluppare una certa competitività relativamente ad altre destinazioni nazionali ed internazionali concorrenti, supportare le azioni di orientamento e sfruttamento di opportunità emergenti di business e sviluppo dei prodotti e rafforzare il brand della destinazione locale”.
Questa è la parte che porta ad un cambio radicale delle politiche regionali sul turismo.
Infatti la legge regionale N.4 del 2016 che riorganizza le politiche regionali del turismo individua nelle destinazioni turistiche “l’organizzazione della promo-commercializzazione del turismo dell’Emilia-Romagna”. Le destinazioni turistiche sono di area vasta. La Destinazione turistica Romagna comprende le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara.
Evidente che con la scelta del Comune di Rimini la promo-commercializzazione viene messa in capo all’ente locale e non più all’area vasta Destinazione Romagna.
Un vero e proprio passo indietro. Dalle politiche di sistema per promuoversi sui mercati esteri e nazionali, al localismo del singolo Comune (per quanto grande sia).
Lo stesso parere positivo dell’assessorato regionale del turismo conferma come la scelta del Comune di Rimini sia in contraddizione con il sistema regionale. “Nell’attuale fase di attuazione della LR 4/2016 – scrive l’assessorato regionale al Turismo– tenendo in considerazione che la Destinazione Romagna a cui aderisce il Comune di Rimini, è in fase di avvio e solo quando sarà a pieno regime potrà valutare la possibilità di individuare un soggetto che svolga la funzione di DMC per l’intera destinazione, si ritiene che non si possa escludere la possibilità che un Comune, nell’ambito delle funzioni proprie ad esso attribuite dalla Costituzione e dal T.U. degli Enti locali, principalmente rivolte allo sviluppo delle comunità locali, possa sviluppare progetti di promo-commercializzazione relativi al proprio territorio…”.
Un parere che conferma che la promo-commercializzazione è in capo alla Destinazione Romagna e non al singolo ente locale.
Infatti ai Comuni sono demandate, in base all’articolo 4 della Legge Regionale N.4/2016, le seguenti funzioni:
a) assicurano i servizi turistici di base relativi all’accoglienza, che comprende in particolare l’assistenza ai turisti e l’informazione a carattere locale;
b) organizzano o compartecipano a manifestazioni di intrattenimento o altre iniziative di animazione e promozione turistica di interesse locale. A tal fine possono avvalersi anche delle Pro Loco e di altri organismi operativi sul territorio.
Mentre l’articolo 12 della legge Regionale al comma 2 afferma spetta alle Destinazioni di area vasta il compito dell’organizzazione della promo-commercializzazione.
D’altra parte è anche del tutto improbabile che l’iniziativa del Comune di Rimini venga fatta in attesa, come scrive nel parere la Regione, della piena operatività di Destinazione Romagna. Infatti è prevista “una procedura ad evidenza pubblica, di valore superiore alla soglia comunitaria, che richiederà alcuni mesi e, si presume, non potrà concludersi entro la fine dell’anno 2018”. Evidente che un nuovo contratto di servizio della DMC scaturito da un bando europeo avrà una durata di almeno 5 anni.
La delibera proroga l’attività di Rimini Reservation fino all’espletamento del bando per l’individuazione privato che dovrà realizzare la DMC.
L’ultima domanda. Gli altri Comuni della costa a questo punto staranno a guardare, oppure anche loro si organizzeranno per fare promo-commercializzazione comunale?