Il Comune di Verucchio rende omaggio a uno dei suoi “figli” più cari, un “figlio” venuto a mancare qualche anno fa. La sala delle associazioni di Piazza Malatesta sarà infatti intitolata domenica mattina al dottor Riccardo Magnani, già celebrato dall’amministrazione nella stessa piazza su cui si affaccia il municipio nel 2002 quando andò in pensione dopo 35 anni di servizio da medico di base e altri cinque anni (dal 1962 al 1967) da assistente medico chirurgo nel locale ospedale della Beata Vergine. Ben 42 anni di attività in paese e per il paese dunque, che ne hanno fatto più di un figlio adottivo, oltre metà di una vita iniziata a Cesena il 5 luglio 1932 spesa per i verucchiesi prima di salutarli per sempre il 21 giugno 2015 all’età di 83 anni.
La cerimonia è in programma alle 10.30 e sarà la sindaca Stefania Sabba a presiederla e a scoprire la targa lui dedicata, alla presenza dei figli e di tutta la cittadinanza. Non una semplice professione quella di Magnani, ma quasi una missione, un servizio totalizzante alla sua comunità. Non esistevano festivi, ore troppo scomode di primissima mattina o nel cuore della notte: una telefonata, un semplice “dottore” e la risposta “arrivo” era immediata.
Ed è anche per questo ruolo di parte integrante e fondante nella comunità che l’amministrazione comunale ha deciso di inserire l’intitolazione nelle celebrazioni per i 500 anni di Verucchio Città. “Esercitò per decenni la professione medica a beneficio della comunità verucchiese, profondendo con generosità energie per curare generazioni di persone ed alleviare con la sua scienza le loro sofferenze” la motivazione ufficiale, cui Stefania Sabba aggiunge il proprio omaggio personale “Il medico di famiglia è una delle figura speciali delle piccole comunità e la decisione di esprimere riconoscenza a Riccardo Magnani all’interno delle celebrazioni dei 500 anni del titolo di città sposa alla perfezione il fil rouge che lega l’intero programma, ossia “Verucchio, città dal Rinascimento: che cosa è la città se non la gente. Cosa è infatti il medico se non una pietra miliare per una realtà come la nostra? Ecco perché il logo del cinquecentenario è stato riportato anche nella targa che affiggeremo nella sala delle associazioni e vi rimarrà per sempre”.
La cerimonia di domenica avrà poi un altro momento di grande emozione: il figlio Marco Pier Giulio intonerà infatti nell’occasione per la prima volta in pubblico il brano “A te, Ba” scritto per il padre e sarà accompagnato nell’interpretazione dal vivo dal chitarrista Marco Mattei.