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Parà Scieri, tre accusati di omicidio: s’indaga sul nonnismo. Uno di loro lavora a Rimini

E’ ai domiciliari con l’accusa di omicidio volontario in concorso Alessandro Panella, 39 anni, l’uomo arrestato nella nuova indagine sulla morte di Emanuele Scieri, il parà di leva trovato senza vita nella caserma “Gamerra” il 16 agosto 1999.

Oltre a lui ci sono altri due indagati con stessa accusa. All’epoca Panella prestava servizio in ferma prolungata nella brigata “Folgore” con il grado di caporale. Originario della provincia di Roma, vive e lavora negli Usa da anni, ma si trovava in Italia in visita alla famiglia. “La vicenda ha avuto un’accelerazione nella giornata di ieri perché una delle tre persone da tempo indagate stava per lasciare il territorio nazionale e sarebbe stato complicato riportarcelo”, ha detto il procuratore della Repubblica Alessandro Crini, in una conferenza stampa con gli investigatori della squadra mobile di Firenze e della sezione di polizia giudiziaria di Pisa che hanno condotto le indagini.

“Siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l’omicidio volontario, proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra”, ha spiegato Crini. L’indagine – ha continuato il magistrato – ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un’aggressione da parte dei ‘nonni’ anche mentre era a terra. Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d’indagine”.

Tra gli altri due indagati è ancora in servizio come militare e lavora a Rimini. Nei giorni scorsi è stata perquisita la sua abitazione da parte delle forze dell’ordine

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