Le Commissioni parlamentari che hanno esaminato gli emendamenti al Decreto Dignità presentati dalle varie forze politiche, hanno bocciato quelli presentati da Forza Italia e Fratelli d’Italia sull’esclusione delle concessioni di beni demaniali e del patrimonio dello Stato e degli enti pubblici territoriali dall’applicazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno.
Nel cosiddetto Decreto Dignità, in discussione in Parlamento non vi sarà nessun provveddimento per le spiagge italiane.
Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno criticato la scelta della maggioranza (5 Stelle e Lega) di dichiarare inammissibile l’emendamento per l’uscita dalla direttiva Bolkestein delle imprese balneari e del commercio ambulante. Secondo Forza Italia” il governo si conferma contro le piccole e medie imprese, contro i lavoratori, contro una strategia di sviluppo in questo e in tanti altri temi”.
Da parte sua il ministro del turismo Gian Marco Centinaio nell’audizione di fronte alle commissioni congiunte di Camera e Senato, ha affermato la sua posizione ed interpretazione della direttiva Bolkestein: “le concessioni demaniali, secondo il Ministro, sono beni e non servizi, come ha dichiarato in prima persona il dott. Bolkestein. Di conseguenza, non possono essere soggette alla direttiva europea.
Parole che sono in contrasto netto con la sentenza della Corte di Giustizia Europea. Nella sentenza del 14 luglio 2016 , “la Corte ha confermato che le concessioni balneari sono autorizzazioni ai sensi della direttiva 2006/123/CE, dal momento che esse comportano un’autorizzazione a esercitare un’attività economica in un’area demaniale . Esse rientrano quindi nell’ambito delle disposizioni pertinenti del diritto dell’UE, compreso l’articolo 12 di tale direttiva, qualora la scarsità della risorsa in questione nel territorio comunale interessato sia accertata e, in ogni caso, compreso l’articolo 49 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, qualora esista un interesse transfrontaliero certo.”
Il Ministro, il Governo non hanno nessun potere nel mettere in discussione una sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha lo stesso ruolo della Corte Costituzionale Italiana che si è pronunciata, per altro sulle concessioni balneari, nello stesso modo in più sentenze.
A fronte di questa situazione, di totale incertezza e confusione, il Sindacato Italiano Balneari aderente alla FIPE/Confcommercio ha indetto per il 26 agosto una manifestazione nazionale degli stabilimenti balneari “per chiarire meglio, si legge in un comunicato, ed illustrare ai i clienti e all’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versa la balneazione attrezzata italiana. “Le imprese che operano in questo settore da troppo tempo vivono una pericolosissima situazione di grande incertezza e precarietà. Dopo nove anni in cui lo Stato italiano avrebbe dovuto riformare la materia, e nonostante diverse scadenze, (indicate anche per legge), tutte inutilmente decorse, nulla è stato fatto tranne una proroga delle concessioni attualmente vigenti che scadranno il 31 dicembre 2020”.
Evidente che le dichiarazioni di esponenti del nuovo Governo non solo non risolvono la complessità della materia ma creano aspettative che rischiano di andare profondamente deluse.