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Condannato il commercialista che ha ingannato i clienti per un milione di euro

Il commercialista Stefano Rinaldi, 53 anni, è stato condannato a 5 anni di reclusione, 30mila euro complessivi di provvisionale e danni da liquidarsi in sede civile. Appropriazione indebita aggravata e falso i capi d’imputazione.

La condanna arriva dopo la scoperta di una truffa da un milione di euro ai danni di 37 persone, tutte clienti del commercialista, alcune delle quali finite sul lastrico. Il noto professionista, che teneva la contabilità per la Fondazione dei commercialisti e per una cooperativa di bagnini, tra gli altri, avrebbe preso soldi dai suoi clienti senza destinarli al pagamento delle varie imposte. Ad insospettire i 37 truffati, le sempre più frequenti cartelle esattoriali recapitate loro da Equitalia.

Davanti alle prime richieste di spiegazioni, il commercialista era stato abile a calmare le acque: “E’ stato un disguido, sistemo tutto io”, avrebbe assicurato Rinaldi. Che a quel punto, per evitare che i suoi clienti venissero raggiunti dai pignoramenti, si sarebbe fatto consegnare le cartelle esattoriali e avrebbe redatto false dichiarazioni per ottenere la rateizzazione e la dilazione dei tributi non versati. Corrisposte le prime rate, il commercialista avrebbe disatteso i restanti versamenti, con l’inevitabile conseguenza che numerose persone si sono viste pignorare beni e conti correnti.

Alcuni dei 37 truffati, assistiti dall’avvocato Luca Greco, tra i quali figurano titolari di piccole aziende ed esercizi commerciali, sono finiti letteralmente sul lastrico, essendo stati costretti a chiudere la propria attività. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza su segnalazione di un cliente raggirato e riguardanti il quadriennio 2010-2013, hanno portato allo scoperto il modus operandi di Rinaldi che, difeso dall’avvocato Cinzia Bonfantini, ha dapprima negato ogni addebito per poi giustificarsi raccontando di aver agito in questo modo per rimediare ad una serie di investimenti errati effettuati per conto di un disabile, del quale era stato nominato tutore, arrivando a dilapidare persino il patrimonio di famiglia pur di tappare il buco.

Nel frattempo il commercialista si è cancellato dall’albo e svolge un’altra professione.

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