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Imprenditore di Tropea a Klaus Davi: “Compro hotel a Rimini, qui non mi fanno lavorare”, ma è condannato per estorsione

“Chiudo tutto, licenzio tutti, qui è impossibile lavorare. Ho un’azienda di 40 dipendenti nella zona più depressa d’Europa. Ma qui è il Vietnam per avere una qualsiasi autorizzazione. Me ne vado in Romagna a Rimini dove sto acquistando un albergo e lì le autorità incentivano le imprese”. E lo sfogo  che l’imprenditore turistico calabrese Antonio Tripodi, di Tropea, ha consegnato al giornalista Klaus Davi nel programma tv web “SOS imprese contro la dittatura della burocrazia”.

“Ho creato un piccolo impero – ha aggiunto Tripodi – qui le condizioni sono drammatiche per fare impresa. Ho iniziato nel 2000 con il taxi noleggio. e già qui i primi problemi, perché per ottenere la licenza ci son voluti gli anni. Poi ho esteso ai pullman, all’agenzia di viaggi e all’albergo. Un giro di affari di milioni di euro che qui vale il triplo. Ma è una guerra per tutto. Qui manca lo Stato, mancano i servizi. L’unico aeroporto che funziona è a 60 chilometri, la ferrovia è una chimera ma sindaci e autorità locali ti boicottano se proponi alternative per i turisti. Chi vuole frequentare la nostra costa non può contare su mezzi pubblici ma boicottano i nostri servizi. Ogni innovazione che portavo era complicazioni e poi magari sequestri”. E anche peggio, visto due anni fa due pullman gli sono stati bruciati e non si sa a ancora da chi. Non dalla criminalità organizzata, assicura lui.

“I sindaci e commissari di Tropea e Ricadi mi impediscono di far circolare l’ape calessino con le motivazioni più astruse – dice ancora Tripodi a Sos imprese – mi diffidano da far attraccare la motonave a Tropea per il trasporto dei turisti. Lo Stato in Italia è il primo nemico delle imprese. Le vuole morte. Cosiì si uccide il Sud. Ho chiesto aiuto a tutti, alla prefettura e alla Regione. So che Oliverio ha fatto degli stanziamenti per questa zona ma gli amministratori locali come hanno speso i soldi? La spiaggia per colpa di incuria e mareggiate è in buona parte inagibile. La Calabria dice ai turisti: andate via. Sono pronto a incontrare le autorità – conclude l’imprenditore calabrese – ma il segnale deve essere immediato oppure chiudo tutto”.

E Klaus Davi assicura: “Noi saremo al suo fianco”. 

Ma chi è Antonio Tripodi?  “Il 15 marzo del 2016 – scrive LaCNews24 – Antonio Tripodi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi, unitamente a Nicolino La Sorba, 54 anni, di San Nicolò di Ricadi e Francesco Perfidio, 51 anni, di Spilinga. Sono stati tutti ritenuti responsabili dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia di tentata estorsione aggravata dall’uso di un’arma arma da fuoco”.

Secondo l’accusa, il tassista Ottavio Domenico di Cessaniti, sarebbe stato pesantemente minacciato  “se avesse continuato ad esercitare la propria attività di noleggio auto con conducente nella zona di Ricadi, invadendo un territorio non coperto dalla propria licenza di trasporto; gli avrebbero bruciato i furgoni e non gli avrebbero fatto passare notti tranquille”. E sempre secondo l’accusa, Antonio Tripodi avrebbe anche puntato una pistola alla pancia del tassista.  Contro la sentenza di primo grado, i difensori dei condannati hanno chiesto il giudizio di appello; la data del secondo grado di giudizio deve ancora essere fissata.

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