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Il Pd di Riccione all’attacco sulla “Cacetta” del Duce

Il Pd di Riccione va all’attacco sull’annosa questione della “Cacetta” (o “Caccetta”)  l’immobile in viale Latini n. 22, a due passi da Villa Mussolini. La “Cacetta” era appunto una pertinenza della residenza del Duce a Riccione.

Andate deserte le due aste indette dalla Giunta Pironi (prima con base a 1.200.000 euro, poi a poco più di 900 mila), e quelle della Giunta Tosi (nessuna offerta nonostante si fosse scesi a 750 mila euro, prima a 712.500 poi), ci s riprova.

Ecco il comunicato del Pd di Riccione in merito agli ultimi sviluppi:

UNA “CACETTA” DAVVERO “SMART” !

La proposta di delibera esaminata ieri sera in consiglio comunale, relativa alla vendita della “Cacetta” è quanto di peggio si potesse fare per la non valorizzazione di un bene che, è bene ricordarlo, è dell’intera comunità.
La Giunta sa bene che la cifra di 600.000 euro a trattativa privata, seppure attraverso la procedura prevista dal regolamento, è in realtà una vera e propria svendita, che nulla ha a che vedere con l’interesse della collettività.
E’ vero che le due gare già effettuate, la prima a base d’asta di 750.000 euro e la seconda a base 712.500 euro sono andate deserte ma, prima di abbassare d’un sol colpo le braghe di bel ulteriore -16% sulla seconda gara, sarebbe stato molto meglio porsi alcune domande, così come avrebbe fatto un buon padre di famiglia.
Perché non proseguire con ulteriori gare per l’aggiudicazione del bene ed addivenire invece ed immediatamente ad una vendita diretta ad un privato o anche, visto l’andamento degli ultimi anni del mercato immobiliare, perché non attendere tempi migliori ?
La risposta è molto semplice: questa amministrazione è solo alla spasmodica ricerca di denaro fresco per
far cassa e da investire, o forse è meglio dire buttare e dilapidare, nelle tante ed inutili per quanto pittoresche iniziative come il Set Far West in viale Dante, in cui si sono scialacquati ben oltre 100.000 euro, mentre ora di quella costosa struttura è rimasta una catasta di legno ed alcuni tubi innocenti accatastati in un angolo del magazzino comunale Geat.
Del resto che la prioritaria ricerca di denaro sia evidente lo abbiamo appreso dalla voce stessa del sindaco, quando alla richiesta del consigliere PD Bauzone di utilizzare l’Hotel Smart, oggi nella completa disponibilità dell’amministrazione dopo la confisca alla malavita, ha fatto immediatamente capire come non intenda il riutilizzo ai fini sociali ma, poiché la struttura risulta essere solo uno “scheletro”, si procederà alla sola vendita.
Chissà se avrà mail pensato di poter richiedere contributi regionali per l’adeguamento a fini sociali o magari anche di consultarsi con l’Acer per verificarne la volontà ad intervenire.
Nella speranza, che vorremmo non vana, di assistere almeno per questo immobile ad una messa in vendita con asta e tutti i relativi crismi, attenderemo i fatti e non le parole a cui ormai questa amministrazione ci ha abituati.
Di certo con questi due atti appare oggi del tutto evidente come si stia imperiosamente impegnando, dopo avere allargato a dismisura l’accesso ai mutui, impegnando al rientro sia l’amministrazione che i nostri nipoti per oltre 40 anni, a raschiare il fondo del vaso a tutti i costi, costi quello che costi, tanto poi pagherà sempre il povero Pantalone.
Ma come, non ci era stato forse detto che il nome di Riccione, dovuto al grande lavoro di marketing mediatico dei guru locali, era ormai proiettato nell’olimpo delle mete maggiormente appetibili del turismo italiano ?
Ma allora come è possibile, pur con tutti i distinguo del caso, che un immobile ubicato nella maggiore area di pregio cittadina, che vede valutazioni di minimo 2.000/3.000 euro mq. (cit. Cicchetti in consiglio comunale), debba essere svenduto per 1.700 euro al mq. e con pagamento dilazionato in 3 anni ?
Ah già dimenticavamo, la ricreazione è finita ed avevamo scherzato, da oggi e per i prossimi due anni tutti in ginocchio sui ceci.

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