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8 marzo a Rimini: i Carabinieri al liceo “Serpieri” per spiegare i reati contro le donne

I Carabinieri al liceo scientifico “Serpieri” per parlare di violenza sulle donne. Per spiegare quali comportamenti costituiscono veri e propri reati, a cominciare dalle persecuzioni e dallo stalking. Come difendersi e a chi rivolgersi per chiedere aiuto e denunciarli.

E’ l’iniziativa promossa dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Rimini, Ten. Col. Giuseppe Sportelli, in occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna. Questa mattina a Viserba, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Rimini, Cap. Sabato Landi, ha incontrato gli studenti delle classi IV e V del liceo artistico e scientifico “Serpieri” per una conferenza su questi tema.

Assieme all’Ufficiale c’era la Dott.ssa Elvira Ariano, responsabile della locale associazione “Rompi il silenzio”, operante da ormai 12 anni su tutta la provincia di Rimini.

Un settore, quello della cosiddetta “violenza di genere”, in cui l’Arma dei Carabinieri è da sempre particolarmente impegnata con costanti rapporti con i centri antiviolenza presenti sul territorio e con la continua sensibilizzazione dei giovani nel corso di incontri analoghi a quello odierno, che va ad inserirsi nell’ormai consolidato progetto di diffusione tra i ragazzi della cultura della legalità; un progetto di sensibilizzazione portato avanti dall’Arma in sinergia con gli Istituti Scolastici e che prevede una serie di lezioni, visite presso i reparti e dimostrazioni del personale specializzato al fine di avvicinare i più giovani al mondo della legalità, affrontando tematiche di ampio respiro oltre ad argomenti all’ordine del giorno al fine di incuriosire gli studenti e stimolarli ad avvicinarsi in maniera più diretta alla legalità.

Nel corso dell’incontro, dopo aver illustrato i dati statistici che delineano un fenomeno in costante crescita per quanto concerne i reati denunciati, l’attenzione è stata focalizzata sull’art. 612 del codice penale, inquadrando la normativa di riferimento del reato di stalking, analizzandone la genesi da un punto di vista sociale e normativo e spiegando le conseguenze penali per l’autore di tale reato.

Particolare attenzione è stata poi riservata alla vittima del reato, illustrando le possibili strade percorribili per affrontare il delicato problema, illustrando le potenzialità dei centri antiviolenza, rammentando l’esistenza del 1522, numero di pubblica utilità attivato dal 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità e finalizzato a fornire un primo punto di contatto per le vittime di stalking.

La Dott.ssa Elvira Ariano, nel corso del proprio intervento, ha sottolineato come riconoscere prima possibile la violenza e la sopraffazione nelle relazioni intime è presupposto imprescindibile perché ogni donna possa preservare la propria integrità psicofisica.

La violenza di genere non è solo femminicidio: è innanzitutto una modalità pervasiva, culturalmente ancora troppo diffusa e validata, di rapportarsi al genere femminile considerandolo subalterno, investendo donne, ragazze e bambine di aspettative comportamentali e ruoli rigidamente predeterminati, dai quali non è facile liberarsi, se non al rischio di pagare prezzi altissimi, come la riprovazione, l’abbandono emotivo o materiale, la violenza fisica e, nei casi più gravi, addirittura la morte.

Le numerose tragedie in danno delle donne non nascono dal nulla ma rappresentano la sommità di un altissimo muro inizialmente costituito da minuscoli, quotidiani mattoni di piccole, a volte difficilmente percettibili, mancanze di rispetto, eccessi di controllo e di possesso, intrusione negli spazi personali di libertà.

È per questo che Rompi il Silenzio, Centro Antiviolenza operante da ormai 12 anni sul nostro territorio, considera fondamentale partecipare a momenti di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere negli istituti scolastici: è necessario che ragazze e ragazzi siano preparati a riconoscere per tempo i primi segnali e a polverizzare i primi mattoni, prima che divengano muro.

Agli studenti, che da subito si sono dimostrati entusiasti dell’iniziativa partecipandovi attivamente e ponendo numerose domande, è stato infine illustrato un caso pratico con il quale si è riepilogato in maniera concreta un episodio di stalking, spiegandone l’iter procedurale dal momento della denuncia fino alla pronuncia della sentenza da parte del Giudice.

L’Arma dei Carabinieri, d’intesa con gli istituti d’istruzione del territorio, darà seguito per tutto l’anno scolastico a tali iniziative in tema di cultura della legalità.

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