Hanno un senso le classifiche dei migliori di tutti i tempi? La rivista Variety, “bibbia” del mondo dello spettacolo, aveva sempre ritenuto di no. Ma quest’anno la testata americana ha invertito la rotta e si è decisa a stilare la graduatoria dei 100 miglior film di tutti i tempi.
Inevitabili le polemiche: come poter affermare valori oggettivi quando non esiste nulla di più soggettivo di un giudizio artistico? Certamente si tratta di una classifica a stelle e strisce: nella top ten l’unica pellicola non statunitense è “I sette samurai” di Akira Kurosawa (1954), al sesto posto. Su 100, nemmeno uno è russo; il che non sembra solo un parere estetico.
Per trovare un film europeo bisogna arrivare al tredicesimo gradino: è il francese “La regola del gioco” di Jean Renoir (1939). E bisogna scendere al 33° posto per individuare il primo film italiano che compare in graduatoria: “8 1/2″ di Federico Fellini (1963).
Cogliendo anche la ricorrenza di “Amarcord” (compirà 50 anni nel 2023), il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad prende la palla al balzo per commentare: “Anche quella che è considerata universalmente la “Bibbia dello spettacolo”, il magazine americano Variety, si è lanciata nell’ardito e ‘pericoloso’ gioco delle classifiche, proponendo niente meno che la top 100 dei film di tutti i tempi. Un elenco che per natura è destinato a dividere e far discutere, essendo l’arte cinematografica strettamente legata all’emotività, allo sguardo, all’esperienza non solo di chi la produce, ma soprattutto di chi la riceve. Andando, per stessa ammissione dei redattori, oltre il giudizio di merito impossibile dall’essere oggettivo, Variety prova ad individuare quei film che più di altri hanno segnato la storia della settima arte. Svetta l’urlo cinematografico più famoso di sempre, quello di “Psyco” di Alfred Hitchcock; seguono capolavori come Il Mago di Oz di Fleming, Il Padrino di Coppola, Quarto potere di Orson Welles, Pulp Fiction di Tarantino”.
“Scorrendo al numero 33 si arriva al primo dei tre film italiani ricompresi tra i magnifici 100: 8 1/2, il film capolavoro e premio Oscar di Federico Fellini (44° L’avventura di Antonioni, 67° Ladri di biciclette di De Sica). L’ennesima autorevole conferma, qualora ci fossero ancora dei dubbi, dello straordinario impatto culturale che il regista riminese ha avuto nel mondo cinematografico internazionale, capace di lasciare un segno, di emergere con la sua originalità, con la sua prospettiva unica. Descrivendo 8 e1/2, Variety sottolinea come “dopo aver raggiunto il successo internazionale (…) il maestro italiano Federico Fellini perse fiducia nella sua capacità di creare. Invece di arrendersi, ha incanalato quella disperazione artistica nel suo trionfo più disinibito: un film a ruota libera e spudoratamente autobiografico (…)”. Fellini dunque consacrato dal primo giornale nella storia dedicato al cinema, quale artista italiano di riferimento del Novecento, il più premiato, tra i più originali e di sicuro tra i più imitati ed evocati. A lui si deve l’imprinting definitivo di Martin Scorsese, che ammise come 8 e ½ avesse ridefinito la sua “idea di cosa fosse il cinema, cosa potesse fare e dove potesse portarti”.
“Inventiva, senso estetico, umorismo: l’essenza del made in Italy, di cui il Maestro è stato e continua essere perfetto ambasciatore. Un patrimonio artistico e culturale collettivo e universale, che a Rimini sentiamo inevitabilmente più nostro, per quelle radici da cui a fase alterne si è allontanato per poi riavvicinarsi. Il 2023 segnerà i sessant’anni dall’uscita nelle sale di 8 1/2, ma non solo: saranno i 70 anni dal debutto de I Vitelloni e i 50 anni dall’uscita di Amarcord, le due pellicole forse più riminesi del Maestro, quelle che segnano i due estremi del rapporto di Fellini con la città. La presa di distanza, nella pellicola con Sordi, il ritorno alle proprie origini, con il film riminese sin dal titolo”.
“Una serie di ricorrenze che nei prossimi mesi saranno al centro di una serie di iniziative in linea con lo spirito che muove il museo Fellini dalla sua ideazione, andando cioè oltre la celebrazione fine a sé stessa, ma cogliendo l’occasione per riflettere su Rimini e sulla sua identità, che ha in Fellini un suo perno. Per capire ad esempio, quanto Amarcord abbia saputo fissare il carattere dei riminesi o se invece non sia stato Amarcord in qualche modo a condizionare anche l’immaginario della nostra città e di chi la vive. In questa concatenazione di anniversari (saranno anche i 40 anni de E la Nave va, unico film di Fellini presentato in anteprima a Rimini alla sua presenza), nel 2023 cadrà anche il 30esimo anniversario della scomparsa del regista, il 31 ottobre 1993. Mutuando dal linguaggio cinematografico, il tempo passato ci permette oggi di cambiare inquadratura per leggere Fellini: dopo esserci soffermati sui dettagli del primo piano, oggi passiamo ad un campo lungo, ad una visione d’insieme. La giusta distanza che ci permette di vedere come Fellini svetti nel panorama dei registi internazionali, il suo ruolo nell’arte del Novecento. E anche una posizione di osservazione privilegiata per guardare a noi stessi, a chi siamo e ma soprattutto su dove stiamo andando. Un’occasione quindi per progettare il futuro, anche definendo i prossimi passi verso quel sogno che solo fino a pochi mesi fa sembrava utopia, cioè presentarsi al mondo come capitale italiana della cultura”, conclude il sindaco.
La classifica completa di Variety
- Psyco (1960) Alfred Hitchcock
- Il mago di Oz (1939) Victor Fleming
- Il padrino (1972) Francis Ford Coppola
- Quarto potere (1941) Orson Welles
- Pulp Fiction (1994) Quentin Tarantino
- I sette samurai (1954) Akira Kurosawa
- 2001: Odissea nello spazio (1968) Stanley Kubrick
- La vita è meravigliosa (1946) Frank Capra
- Eva contro Eva (1951) Joseph L. Mankiewicz
- Salvate il soldato Ryan (1998) Steven Spielberg
- Cantando sotto la pioggia (1952) Stanley Donen e Gene Kelly
- Quei bravi ragazzi (1990) Martin Scorsese
- La regola del gioco (1939) Jean Renoir
- Fa’ la cosa giusta (1989) Spike Lee
- Aurora (1927) Friedrich Wilhelm Murnau
- Casablanca (1942) Michael Curtiz
- Nashville (1975) Robert Altman
- Persona (1966) Ingmar Bergman
- Il padrino – Parte II (1974) Francis Ford Coppola
- Velluto Blu (1986) David Lynch
- Via col vento (1939) Victor Fleming
- Chinatown (1974) Roman Polanski
- L’appartamento (1960) Billy Wilder
- Tokyo Story (1953) Yasujirō Ozu
- Susanna! (1938) Howard Hawks
- I 400 colpi (1959) François Truffaut
- Gangster Story (1967) Arthur Penn
- Luci della città (1931) Charlie Chaplin
- La fiamma del peccato (1944) Billy Wilder
- L’impero colpisce ancora (1980) Irvin Kershner
- Quinto potere (1976) Sidney Lumet
- La donna che visse due volte (1958) Alfred Hitchcock
- 8 1/2 (1963) Federico Fellini
- Ombre rosse (1939) John Ford
- Il silenzio degli innocenti (1991) Jonathan Demme
- Fronte del porto (1954) Elia Kazan
- Io e Annie (1977) Woody Allen
- Lawrence d’Arabia (1962) David Lean
- A qualcuno piace caldo (1959) Billy Wilder
- Fargo (1996) Joel e Ethan Coen
- Il mucchio selvaggio (1969) Sam Peckinpah
- Moonlight (2016) Barry Jenkins
- Shoah (1985) Claude Lanzmann
- L’avventura (1960) Michelangelo Antonioni
- Titanic (1997) James Cameron
- Notorious – L’amante perduta (1946) Alfred Hitchcock
- Mean Streets (1973) Martin Scorsese
- Lezioni di Piano (1993) Jane Campion
- Non aprite quella porta (1974) Tobe Hooper
- Fino all’ultimo respiro (1960) Jean-Luc Godard
- Apocalypse Now (1979) Francis Ford Coppola
- Come vinsi la guerra (1926) Buster Keaton
- In the Mood for Love (2000) Wong Kar-wai
- Interceptor – Il guerriero della strada (1981) George Miller
- Il lamento sul sentiero (1955) Satyajit Ray
- Rosemary’s Baby (1968) Roman Polanski
- I segreti di Brokeback Mountain (2005) Ang Lee
- E.T. – L’extraterrestre (1982) Steven Spielberg
- Senza tetto né legge (1985) Agnès Varda
- Moulin Rouge! (2001) Buz Luhrmann
- La passione di Giovanna D’Arco (1928) Carl Theodor Dreyer
- La vita è un sogno (1993) Richard Linklater
- Bambi (1942) David Hand
- Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) Brian De Palma
- Un condannato a morte è fuggito (1956) Robert Bresson
- Parigi brucia (1990) Jennie Livingston
- Ladri di biciclette (1948) Vittorio De Sica
- King Kong (1933) Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack
- Beau Travail (1999) Claire Denis
- 12 anni schiavo (2013) Steve McQueen
- Il matrimonio del mio migliore amico (1997) P. J. Hogan
- Le onde del destino (1996) Lars von Trier
- Intolerance (1916) D.W. Griffith
- Il mio vicino Totoro (1988) Hayao Miyazaki
- Boogie Nights (1997) Paul Thomas Anderson
- The Tree of Life (2011) Terrence Malick
- Agente 007 – Missione Goldfinger (1964) Guy Hamilton
- Jeanne Dielman (1975) Chantal Akerman
- Sognando Broadway (1966) Christopher Guest
- Pixote – La legge del più debole (1981) Héctor Babenco
- Il cavaliere oscuro (2008) Christopher Nolan
- Parasite (2019) Bong Joon-ho
- Kramer contro Kramer (1979) Robert Benton
- Il labirinto del fauno (2006) Guillermo del Toro
- Assassini nati – Natural Born Killers (1994) Oliver Stone
- Close Up (1990) Abbas Kiarostami
- Tutti insieme appassionatamente (1965) Robert Wise
- Malcolm X (1992) Spike Lee
- Bella di giorno (1967) Luis Buñuel
- The Shining (1980) Stanley Kubrick
- Scene da un matrimonio (1974) Ingmar Bergman
- Pink Flamingos (1972) John Waters
- Frank Costello faccia d’angelo (1967) Jean-Pierre Melville
- Le amiche della sposa (2011) Paul Feig
- Toy Story (1995) John Lasseter
- Tutti per uno (1964) Richard Lester
- Alien (1979) Ridley Scott
- Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) Pedro Almodóvar
- La parola ai giurati (1957) Sidney Lumet
- Il laureato (1967) Mike Nichols