“Mi dimetto da vice-caposegreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi, e lascerò anche i ruoli di referente del Movimento in Emilia-Romagna e dei sindaci”. Lo dice, in un colloquio con Il Fatto Quotidiano, Massimo Bugani, 41 anni, esponente di primo piano dei grillini a Bologna e in Emilia Romagna. Si dice pronto a lasciare anche l’associazione Rousseau – “non sono attaccato alle poltrone” – mentre assicura che resterà consigliere comunale, “perché sono convinto di aver svolto un grande lavoro in Comune”.
La scelta, spiega Bugani, parte da lontano. Da quando in un’intervista al Fatto auspicò unità nel Movimento fra Di Maio e Di Battista. “Poche ore dopo mi chiesero di non rilasciare più interviste. E non capisco perché, visto che io non volevo certo mettere in difficoltà Luigi”. Spiega ancora l’esponente grillino bolognese: “In quella circostanza ho capito che il mio ruolo veniva messo in discussione e che non c’era più fiducia in me. E nel giro di qualche giorno mi hanno fatto sapere che il mio stipendio da vice-caposegreteria sarebbe stato dimezzato per contenere le spese”.
L’ultima puntata dello scontro tra Bugani e 5stelle avviene qualche settimane fa, quando Bugani per il sì al Passante di Bologna. Poi arriva “il conto”: “Mi hanno mandato un provvedimento con cui riducono il mio stipendio da 3.800 a 1.600 euro. Io non sono aggrappato ai contratti, e allora ritengo doveroso dare le dimissioni”.
Foto di copertina Bugani e DiMaio