“Da 300 a 500 hotel da rottamare in riviera, i Comuni li acquistino per farci parchi e piazze”. Ha fatto discutere la proposta, o provocazione del sociologo Primo Silvestri, da 15 anni autore del report economico “Tre” per il periodico “Il Ponte”.
Silvestri illustrerà i risultati della sua ultima ricerca e approfondirà il senso della sua idea, sabato 25 settembre nella spiaggia di Rimini Terme a Miramare durante un incontro organizzato dal PD Rimini su “Il futuro del turismo a Rimini”. L’appuntamento è per le ore 10 e vi parteciperanno il candidato a sindaco del centrosinistra Jamil Sadegholvaad e quello del Partito Democratico al consiglio comunale Giorgio Tonelli, già direttore del TGR Emilia Romagna- Rai3.
Ma intanto Silvestri anticipa l’analisi: “Il turismo di Rimini, compreso il Capoluogo, nonostante l’aumento degli arrivi, fa gli stessi pernottamenti dal 2000. Fermi al 20% circa anche i pernottamenti di stranieri (quando la crescita del turismo mondiale è stata del 3/4 % l’anno). I 1900 alberghi della provincia sono per il 62% di tre stelle, con una dimensione media di 66 posti letto. Sottodimensionati i 4-5 stelle (8% contro il 18% di Jesolo….). L’attività di alloggio e ristorazione da lavoro a circa 32/33 mila persone, in prevalenza donne. Solo 1 su 6 sono occupati a tempo indeterminato. Media giornate lavorative 130 (manifattura 272), retribuzione media/giornaliera 58€ (manifattura 95€)”.
Di qui le criticità: “Basso tasso di utilizzo alberghiero lordo dei posti letto: 28%… che porta ad una bassa redditività, quindi bassi investimenti- E 300-500 alberghi di troppo. Lavoro breve, basse qualifiche e poco pagato e quindi poco attrattivo. Parco del Mare: dovuto, necessario ma non sufficiente. A Riccione, che lo ha fatto un decennio fa, le presenze sono rimaste le stesse. Organizzazione di spiaggia: a parte pochi casi, è la stessa da oltre mezzo secolo”.
Le soluzioni possibili? “Alzare dimensione e qualità dei servizi ricettivi, condizione per chiedere prezzi più alti). Concorrenza nella gestione dei servizi di spiaggia. Avviare una nuova destagionalizzazione con l’obiettivo di portare almeno al 30% le presenze extra stagionali (attualmente al 16/17%). Più hotel aperti, vuol dire più lavoro e più professionalità. Questo vuol dire pensare a nuovi prodotti turistici, come termale, culturale, enogastronomico, paesaggistico e così via”.