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31 gennaio – “Ciao ma’, a vag di Salisièn”

Il 31 gennaio la Chiesa cattolica commemora San Giovanni Bosco, a tutti noto come Don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da papa Pio XI nel 1934.

San Giovanni Bosco

Il personaggio è troppo recente perché la cultura popolare riminese potesse sviluppare proverbi e modi di dire in dialetto su Don Bosco; per di più nell’epoca che di quel dialetto vede la fine. Ma la la presenza dei Salesiani in città ha lasciato un segno profondo. Nel 2019 hanno celebrato un secolo esatto dal loro arrivo a Rimini.

“Ciao ma’, a vag di Salisièn”, ciao mamma vado dai Salesiani, diceva il bambino che scappava da casa appena poteva per andare all’Oratorio di piazza Tripoli, per tanti anni il più grande di Rimini. Quello dove era cresciuto anche Alberto Marvelli, il Beato che ora dà nome alla piazza.

All’Oratorio certo si pregava; ma si giocava a calcio (sulla terra battuta, poi sul duro asfalto) e poi anche a basket, pallamano e pallavolo, nelle squadre dell’Osar, dell’Orsa e dell’Omar. C’erano il coro e la musica del grande organo, il teatro e il cinema e in estate i film si proiettavano all’aperto nell’Arena del Fanciullo. Tutti maschi, beninteso, int’l’Uratorie, perché le femmine stavano al di là del muro, dalle suore salesiane.

L’Oratorio dei Salesiani a Rimini

“Ho studiè di Salesièn”, ho studiato dai Salesiani: e poi c’era la scuola, che avrebbe anzi dovuto essere il cuore della parrocchia di Maria Ausiliatrice affidata appunto ai padri salesiani, la cui prima missione era ed è l’educazione dei fanciulli.

Parrocchia che fu assunta dai sacerdoti di Don Bosco nel 1919, insediandosi nella nuovissima chiesa consacrata 6 anni prima pur non ancora terminata nelle sue forme neo-gotiche.

S. Maria Ausiliatrice ancora senza il suo campanile

“La chiesa in realtà era stata affidata ai Salesiani già dal 1913, ma a causa della guerra i Padri avevano dovuto rimandare la loro venuta. Era stato Don Maccolini a sostenere l’arrivo dei Salesiani, anche per l’ammirazione suscitata in lui da Don Bosco, che visitò Rimini nel maggio del 1882. Il primo Salesiano giunse a Maria Ausiliatrice il 19 agosto 1919: era il prof. Don Antonio Gavinelli”, (Manlio Masini, “Una spiaggia una chiesa una comunità, La parrocchia dei Salesiani dal 1912 al 1943”).

La chiesa di S. Maria Ausiliatrice oggi

I lavori sarebbero andati avanti fino al 1941, come si legge sul segnavento del campanile. Ben presto fu attiva una casa per gli Orfani. Le Figlie di Maria Ausiliatrice giunsero nel 1923, occupando un’area adiacente con il loro grande edificio in via Tripoli. E poi si apre una scuola media tenuta dai sacerdoti-insegnanti, che sarà in seguito scuola d’arte, succursale (in affitto) di scuola pubblica e ora Casa per ferie.

La scuola salesiana aprì il 18 ottobre 1948, preside don Gualtiero Bondi. Non ebbe vita facile. Dopo una partenza ostacolata anche dal momento di contrapposizione ideologica del dopoguerra, il decollo avvenne nel 1953 con il riconoscimento legale dell’intero corso di studi da parte del ministero della pubblica istruzione. Nel 1958 la scuola aveva 200 iscritti e tanti all’incirca resteranno per quasi un decennio.

Ma già a metà degli anni ’60, al culmine delle attività – anche per ragioni demografiche: si era al picco della natalità in in Italia, raggiunto nel 1964 – si mostravano i primi segni di crisi. E a soffrirne subito fu proprio la scuola, dove le iscrizioni subirono un declino inarrestabile: nell’anno scolastico 1970-71 erano rimasti solo 64 alunni e l’anno successivo risultò impossibile formare una nuova prima classe. La scuola salesiana chiuse e gli ambienti furono affittati alla scuola pubblica, come sede succursale della media n. 4 allora precariamente sistemata al Grattacielo, dove occupava tutto il primo piano e alcuni ambient dell’edificio a fianco in via Matteucci.

L’attività dell’Oratorio andò avanti stancamente, ma con il venir meno degli insegnanti religiosi mancava ormai anche chi poteva occuparsi dei ragazzi. Che intanto vivevano problemi davanti ai quali i Salesiani si trovarono del tutto spiazzati, dalla violenza politica alla droga, fino al consumismo esasperato. Un lento declino che ha portato alla situazione attuale, dove gli edifici scolastici sono stati ristrutturati per essere adibiti a Casa per ferie. Invece le suore salesiane di via Tripoli conducono tutt’ora le loro scuole materne e primarie.

La Case per ferie dei Salesiani a Rimini

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