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3 aprile 1849 – Nasce a Rimini il conte Luigi Ferrari

Il 3 aprile 1849 nasce a Rimini Luigi Ferrari. Suo padre è il Conte Sallustio Ferrari-Banditi, la madre è la Contessa Teresa Rasponi. Il Conte Sallustio proprio in quei giorni è deputato nel parlamento della Repubblica Romana, dopo aver comandato la Guardia Civica riminese col grado di colonnello; dal 1850 al ’52 è Gonfaloniere di Rimini e sarà anche il primo sindaco della città appena entrata nel neonato Regno d’Italia. Morirà nel 1867.

Laureato in giurisprudenza a Pisa, Luigi siede nel Consiglio comunale di Rimini e ripetutamente, dal 1874, nel Consiglio provinciale. Dopo la sconfitta della lista clerico-moderata, nelle elezioni del 1877 a Rimini, entra nella prima giunta democratico-repubblicana, che rimane in carica per poco più di due anni. Si dedica inoltre, tra il 1875 ed il 1883, in qualità di presidente della locale Congregazione di Carità, all’organizzazione dell’assistenza pubblica.

Alle elezioni politiche del maggio 1880 viene eletto in parlamento intercettando anche i voti degli internazionalisti e dei repubblicani; va a sedersi negli scranni dell’Estrema Sinistra. Fin dall’inizio dei suoi lavori parlamentari, dimostra un vivace interesse per il problema sociale; chiede infatti l’introduzione di un sistema tributario progressivo e parla in favore di una moderna legislazione sociale che il Parlamento discute in quegli anni. Secondo Ferrari, inoltre solo il suffragio universale avrebbe tolto forza e ragione ai movimenti rivoluzionari più radicali.

ferrari

Luigi Ferrari Banditi

Oppositore alla politica coloniale condotta dall’Italia, non la esclude in assoluto: crede solo che l’Italia in quel momento ci siano altre priorità. Anche per la sua profonda affinità con la Francia, si esprime ripetutamente contro la Triplice Alleanza, pur non negando la necessità di rapporti amichevoli con la Germania.

Nel maggio del 1893 diviene sottosegretario al ministero degli Esteri del primo governo Giolitti, mentre le sue posizioni si sono fatte più moderate. Alla caduta di questo dicastero torna all’opposizione, sconsigliando però di rivolgersi, per la formazione di un nuovo governo, a schieramenti repubblicani e costituzionali. Viene rieletto nelle elezioni politiche del 1895, mentre l’anno precedente era entrato nel consiglio provinciale del quale era divenuto vicepresidente.

L’Onorevole Ferrari la sera del 3 giugno 1895, in via Garibaldi a Rimini nei pressi dell’angolo con vicolo San Bernardino, viene alle mani con un gruppo d’estremisti che lo avevano insultato. Come scrive Arturo Menghi Sartorio su Ariminum, Ferrari si trova in compagnia di professor Ludovico Vincini, primario chirurgo del civico ospedale. Dopo aver ignorato varie provocazioni dal gruppo che li segue da un po’, la frase che fa reagire Ferrari è: “Abbasso i pulizai!”.

Resta ferito alla trachea da un colpo di pistola sparatogli forse nella colluttazione dal calzolaio Salvatore Gattei, detto Carghin, 28 anni, un anarchico già repubblicano e con precedenti penali. Con lui ci sono Guglielmo Semprini (facchino, 23 anni), Luigi Grossi (56), Giuseppe Montalti (21), Annibale Zavoli (19), Alfredo Gasperi (19). Soltanto Gattei sarà considerato colpevole, e condannato a diciassette anni di carcere. Luigi Ferrari Banditi muore la mattina del 10 giugno.

A Luigi Ferrari è dedicata la piazza nel cuore di Rimini, dove si può vedere il suo busto. Per dare un “giardino di rispetto” al nuovo edificio della Cassa di Risparmio, la piazza era stata ricavata nel 1888 abbattendo un intero isolato denso di antichissime costruzioni: ex chiesa e monastero di S. Tomaso risalente all’età bizantina, Collegio delle Celibate, Monache Cuor di Gesù. Come si scoprirà molti anni dopo, sottoterra c’era anche la Domus del Chirurgo e gli altri reperti di Ariminum.

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