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26 gennaio – “L’è un mat c’l’ha giudizie”

Il 26 gennaio la Chiesa romana celebra i santi Tito e Timoteo, discepoli di San Paolo, primi vescovi rispettivamente di Creta ed Efeso. Proprio in questa città circa due secoli dopo sarebbe nato Gaudenzo poi vescovo di Rimini, dove avrebbe incontrato il martirio e la santità.

Il 26 gennaio 1961 nasce a Santarcangelo di Romagna Daniele Fabbri. Laureato in medicina dell’Università di Modena, gli piace scrivere e disegnare: a 18 anni collabora con il settimanale cattolico riminese Il Ponte realizzando la pagina umoristica Freezer.

“Nel 1980, a 19 anni, viene eletto consigliere comunale a Santarcangelo di Romagna nelle file della Democrazia Cristiana. Dopo due anni, mantenuta la promessa elettorale di far chiudere una fogna, si dimette. Nel 1987 pubblica alcune vignette sul settimanale satirico Tango ed è uno dei fondatori del mensile comico-satirico Comix”. (Wikipedia)

Fabbri assume lo pseudonimo di Daniele Luttazzi in omaggio a Lelio Luttazzi, personaggio dello spettacolo notissimo in tv negli anni ’60.

Nel maggio del 1989 vince il concorso per giovani comici La Zanzara d’oro e da allora il successo di Luttazzi è folgorante. Lanciato dal Maurizio Cosrtanzo Show, scrive e lavora intensamente per il teatro, ma è la televisione a farlo conoscere al grande pubblico fino alla consacrazione con i suoi personaggi a Mai dire Gol (Italia Uno), fra il 1996 e il ’98. Sempre su Italia Uno  nel 1998–99 conduce il primo programma tutto suo, Barracuda, “talk show notturno” dichiaratamente ispirato al modello americano di David Letterman. 

Con il successo si moltiplicano le polemiche, affiorate fin dagli esordi: censure tentate o riuscite, accuse di plagio, contratti annullati. Nel 2001 Carlo Freccero porta Luttazzi su Rai2 con Satyricon.

“Le polemiche si susseguono a partire dalla prima puntata, per culminare nella interruzione dopo l’intervista a Marco Travaglio sul libro L’odore dei soldi. Il programma termina alla dodicesima puntata. Berlusconi, Fininvest, Mediaset e Forza Italia lo querelano per diffamazione chiedendo un risarcimento di 41 miliardi di lire L’anno seguente, il Presidente del Consiglio Berlusconi, durante una visita ufficiale in Bulgaria, accusa Luttazzi, assieme a Michele Santoro ed Enzo Biagi, di fare un uso “criminoso” della tv di stato (il cosiddetto “Editto bulgaro”) e si augura che la cosa non possa ripetersi in futuro. Il talk-show di Luttazzi non viene riconfermato  e, con i programmi Sciuscià di Michele Santoro e Il Fatto di Enzo Biagi, sparisce dai palinsesti Rai. Una relazione del Parlamento europeo (2004) definisce “ingerenza inammissibile” la richiesta berlusconiana di escludere dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi.[51] Dopo anni di processi Luttazzi vince le cause.[52][53][54] Da allora Luttazzi non ha più lavorato in Rai.[54] Il 4 aprile 2001 apre il suo blog. (Wikipedia)

Si susseguono collaborazioni giornalistiche (GQ, Rolling Stone, fra le altre testate), intensa attività teatrale, editoriale e anche musicale. Luttazzi rifiuta occasionali comparizioni in tv, ma anche collaborazioni periodiche (per Ballarò di Giovanni Floris) non essendogli stata concessa la diretta.

“2006. Il 12 gennaio Luttazzi chiude il blog, nonostante i centomila contatti settimanali e un podcast fra i più seguiti in Italia. Torna a una pubblicazione poco frequente e disabilita la possibilità di inserire commenti. Lo scopo è di evitare le derive populistiche che, secondo Luttazzi, la forma di comunicazione del blog favorisce”. (Wikipedia)

Riceve proposte da Michele Santoro per Anno Zero, Sky, Pippo Baudo per il Festival di Sanremo: o Luttazzi rifiuta o non se ne fa niente.

“2007. Con un articolo pubblicato su MicroMega, critica il ‘V-Day’ promosso da Beppe Grillo ed evidenzia demagogia e populismo delle proposte, nonché l’ambiguità di chi vuole fare il leader politico continuando a fare satira” (Wikipedia).

Nel 2007 Luttazzi torna in tv con Decameron su LA7. Il programma viene sospeso dopo la quinta puntata dopo furibonde polemiche per una battuta su Giuliano Ferrara, con il consueto strascico di cause legali.

“2009. Apre sul suo blog una palestra di satira. Alla sua scuola si formano gli autori di Lercio.it. Pubblica con Feltrinelli il saggio politico-satirico La guerra civile fredda”. (Wikipedia)

Nei nove anni successivi Luttazzi prosegue la sua intensa attività soprattutto pubblicistica ed editoriale, sempre accolta da critiche violente come da entusiastici apprezzamenti.

Il 3 gennaio 2019 il nuovo direttore di Rai2, Carlo Freccero, annuncia in conferenza stampa di voler richiamare Daniele Luttazzi nella sua rete. Il 20 gennaio 2019 Fruttero dichiara a Panorama: “L’ho sentito tre o quattro volte al telefono e lo incontrerò in Spagna in febbraio”.Tuttavia, dopo due incontri tra aprile e maggio con la dirigenza Rai, alla presentazione dei nuovi palinsesti il nome di Luttazzi non compare. È lo stesso comico, dal suo blog con un post del 10 luglio, a spiegare le ragioni del mancato accordo con viale Mazzini (censura di temi religiosi, pretese economiche inventate).

A partire dal 14 aprile 2020 gli viene affidata la rubrica satirica giornaliera Non c’è di che su Il Fatto Quotidiano, dove dal 26 aprile 2020, ogni domenica, scrive anche Questioni comiche, una pagina su teoria e prassi della comicità.

Sul numero di agosto 2020, il mensile del Fatto Quotidiano (Millennium) pubblica un suo pamphlet dal titolo “Contro gli imperatori del web”.

Gianni Quandamatteo nel suo Dizionario romagnolo (ragionato), scrive alla voce MAT: “matto, pazzo. Si tratta molto spesso, di una tesi che va dimostrata. L’è un mat de bosc, è un tipo strano. L’è un mat ad tre coti, o l’è un mat c’l’ha giudizie, del furbo, dello scaltro”.

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