Alla fine del 1511 la Romagna sta per diventare campo di battaglia fra i Francesi e gli Spagnoli che si contendono l’egemonia sull’Italia. Il 5 ottobre del 1511, a Roma, la Spagna di Ferdinando il Cattolico, Venezia e il Papa Giulio II si erano alleati in funzione antifrancese nella Lega Santa. Con il re di Francia Luigi XII ci sono invece gli Estensi di Ferrara, i Gonzaga di Mantova, i Bentivoglio di Bologna.
Come scrive Carlo Tonini, l’esercito spagnolo arriva a Rimini il 5 dicembre, al comando del Vicerè di Napoli, il catalano Raimondo di Cardona, e di Fabrizio Colonna, capitano della cavalleria italo-spagnola, «ed ebbe alloggio e mantenimento a spese del pubblico»: quasi 20 mila uomini e molte migliaia di cavalli e bestie da soma da sistemare e sfamare. La popolazione della città arriva in quegli anni sì e no ai 7 mila abitanti.
Pertanto, «il numeroso esercito fu distribuito pei diversi luoghi e castelli del contado, i quali provarono allora i mali delle invasioni militari, massime se straniere: ma sopra tutti Coriano».
«Era stato alloggiato colassù – prosegue Tonini – Pietro Navarro con settecento cavalli e seimila fanti sparsi per quelle ville. II Navarro erasi diportato assai modestamente: ma sopraggiunto poco appresso Giovanni Ruina altro Spagnolo e pretendendo parimente l’alloggio dentro la terra, i corianesi virilmente gli si opposero. Ond’egli dopo tre assalti dati alla porta, vi appiccò il fuoco, sicché il misero castello ne restò quasi del tutto abbruciato».
La stessa sorte rischia di subire San Giovanni in Marignano, che però se la cava con meno danni e riesce a tener fuori la soldatesca, anche se si dovranno spendere somme ingenti per restaurare la sua rocca.
«Al qual male si aggiunse ancora la perversità della stagione, perocché quel brutto fatto accadde nel gennaio del 1512. Ma per buona ventura tutte quelle genti rimarciarono presto alla volta di Bologna per toglierla dalle mani del Bentivoglio. Respirò la città nostra, sebbene poi per lungo tempo si risentisse dei sofferti danni».
L’esercito di Cardona, o quanto ne resta, riapparirà presto da queste parti: quando ripercorrerà il suo cammino in senso inverso dopo la disastrosa sconfitta subita a Ravenna ad opera dei Francesi e del Duca di Ferrara, l’11 aprile 1512.