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22 agosto 1942 – Mussolini fra Riccione e Rimini per la sua ultima vacanza al mare

«Rimini , 22 agosto 1942 – La motovedetta della Guardia di Finanza Marongiu (AS. 3) in uscita dal porto-canale defila rendendo gli onori ad un’altra unità su cui è imbarcato il Capo del Governo».

Benito Mussolini sta trascorrendo a Riccione gli ultimi giorni della sua ultima vacanza da capo del governo del Regno d’Italia. Durante quella vacanze, Claretta Petacci lo attende al Grand Hotel di Rimini, quando non perde la pazienza e se ne va a Budapest, come annota con sarcasmo Galeazzo Ciano nel suo diario.

Benito Mussolini a Riccione

Benito Mussolini a Riccione

Sono i giorni decisivi della guerra, il momento in cui le formidabili avanzate tedesche e giapponesi raggiungono il loro culmine. Poi per i Tedeschi e gli Italiani ci saranno i disastri in Africa e in Russia, mentre i Giapponesi avevano già subito la prima battuta d’arresto in giugno nella battaglia delle Midway.

Il 9 luglio si era deciso di costituire sul fronte russo l’ARMIR, 8ª Armata italiana in Russia. Dal 1941 operava già il CSIR, Corpo di spedizione italiano in Russia comandato dal generale Giovanni Messe, con circa 62 mila uomini. Nell’autunno del 1942 l’8ª Armata guidata dal generale Italo Gariboldi avrebbe messo in campo circa 230.000 uomini (di cui circa 150.000 schierati in prima linea), 16.700 automezzi, 1.150 trattori d’artiglieria, 4.500 motomezzi, 25.000 quadrupedi e circa 940 cannoni. Come segnalato subito dal capo di stato maggiore Ugo Cavallero, l’armata era gravemente carente di mezzi corazzati e artiglieria controcarro; si era sperato che fossero i Tedeschi a sopperire alle mancanze. Ma questi avevano risposto di non aver mezzi sufficienti neppure per loro; tuttavia non c’era da preoccuparsi, perché i Russi erano vicini al collasso.

L'ARMIR in marcia verso il fronte del Don

L’ARMIR in marcia verso il fronte del Don

Fra i gerarchi del regime l’impressione generale è che ci si stia giocando il tutto per tutto. Il fronte interno preoccupa non meno di quelli di guerra. Il sottosegretario all’Interno Buffarini Guidi il 9 luglio parla a Ciano di «antifascismo radicato ovunque, sordo, minaccioso, implacabile. Preparerà una relazione documentata, ma non osa mostrarla al Duce». E  nonostante i proclami, le restrizioni si fanno sempre più macroscopiche. Esempio fra i tanti, per la penuria di carta il primo di agosto sono state ridotte a 4 le pagine di tutti i quotidiani italiani. E il primo di settembre in Italia sarà proibita la vendita delle automobili. 

Così annota in quei giorni Galeazzo Ciano:

16 LUGLIO – Il Duce non è molto persuaso di come vanno le cose in Russia. Il tono dei suoi discorsi di stamani era nettamente pessimista, particolarmente a seguito della alleanza anglo-russa, che fa di Stalin il capo della Russia nazionale. Teme che la Germania abbia affrontato un compito di troppo ampio respiro e che non arrivi ad una soluzione totalitaria del problema prima dell’inverno, il che fa sorgere molte incognite.

Gli accordi di Monaco del 1938. Da sinistra: Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini e Ciano

Gli accordi di Monaco del 1938. Da sinistra: Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini e Ciano

20 LUGLIO – Il Duce continua i suoi sfoghi germanofobi. Stamane ha detto: “Meditando sulle parole di Villani, domando se anche noi, ormai, non facciamo parte delle Nazioni vassalle. Ed anche se non lo siamo oggi, lo saremmo il giorno della vittoria totale della Germania. Sono infidi e senza misura; ho le prove che gli intrighi in Croazia sono tutti orditi dai tedeschi. Prevedo tra i due Paesi una inevitabile crisi. Bisogna mettere migliaia di cannoni lungo i fiumi del Veneto, perché sarà da lì che i tedeschi lanceranno l’invasione in Italia e non attraverso le forre dell’Alto Adige ove sarebbero facilmente maciullati. Per ora non c’è niente da fare: siamo su questo binario e dobbiamo restarci. Ma dobbiamo augurarci due cose: che la guerra sia lunga e spossante per la Germania e che finisca attraverso un compromesso, che salvi la nostra indipendenza”. 

1 AGOSTO – Buffarini è stato chiamato a Riccione da Mussolini perché la situazione in Sicilia desta molte preoccupazioni; i contadini si rifiutano di consegnare il grano ed in più casi hanno tirato su quelli che andavano a raccoglierlo. Buffarini ha fatto presente a Mussolini – in base a rapporti della Sanità – che cominciano in molti ambienti operai a verificarsi edemi da denutrizione. Anche a Piombino, secondo quanto mi ha detto Aiello, si sono verificati casi analoghi.

Il 21 agosto 1942 La 6ª Armata del generale Friedrich Paulus lancia il suo primo attacco a Stalingrado. Il 23, scrive Antony Beevor, «gli aerei della Luftflotte 4 effettuano 1.600 missioni e sganciano 1.000 tonnellate di bombe perdendo solo 3 velivoli. Secondo alcune fonti, c’erano circa 600.000 persone a Stalingrado e 40.000 furono uccise durante la prima settimana di bombardamenti». Il 23, i collegamenti della città con il nord saranno tagliati dai panzer. Inizia l’assedio di Stalingrado che si sarebbe concluso il 2 febbraio con la catastrofe dell’Asse.

Stalingrado dopo il bombardamento del 23 agosto 1942

Stalingrado dopo il bombardamento del 23 agosto 1942

In Africa, il feldmaresciallo Kesselring aveva trovato il pari grado Erwin Rommel ottimista, ma in realtà molto logorato fisicamente e psichicamente. Al punto che il 21 agosto la “Volpe del deserto” chiede di essere richiamato in patria e sostituito con il generale Heinz Guderian. Dopo alcune discussioni Rommel rimane al suo posto e il 30 agosto sferrerà l’offensiva ad El Alamein da cui i capi dell’Asse si attendono la vittoria finale in Africa. L’offensiva sarà però arrestata il 3 settembre, facendo così sfumare l’ultima possibilità di arrivare al Nilo. Il 5 novembre sempre ad El Alamein gli italo-tedeschi sarebbero stati travolti dalla controffensiva britannica.

Albert Kesselring a colloquio con Erwin Rommel in Africa nell'agosto 1942

Albert Kesselring a colloquio con Erwin Rommel in Africa nell’agosto 1942

Rimini e la riviera, come la maggior parte d’Italia, vivono ancora in apparente normalità, pur fra le privazioni dello stato di guerra. Le spiagge sono affollate, i tornei sportivi e gli spettacoli si succedono. Al teatro “Novelli vanno in scena gli spettacolo di prosa della compagnia Carli-Rocca e le applauditissime riviste “Luci della ribalta”, “Lo vedi come sei”, le operette della compagnia Rose, le opere liriche “Andrea Chenier”, “Fedora”, “Zazà”, “Traviata”, “Rigoletto”, “Elixir d’amore”. In piazza Tripoli si esibisce per i bambini la Compagnia Bolognese dei burattini. Il ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Gorla ispeziona il porto di Rimini.

Ma il 28 agosto giunge la notizia che in Russia è caduto il riminese Ferdinando Graziani, 52 enne colonnello di fanteria; gli viene intitolata la via accanto alla chiesa di San Nicolò. E a ottobre si annuncia che negli alberghi e villini arriveranno gli sfollati dopo i bombardamenti di Milano, Torino, Genova; a fine anno saranno già oltre 4.500.

Sfollati abbandonano Milano nell'ottobre 1942

Sfollati abbandonano Milano nell’ottobre 1942

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