Omicidio colposo: è l’ipotesi di reato su cui la Procura della Repubblica di Rimini ha aperto un fascicolo sulla morte di Diongue Madiaye, il ragazzo senegalese di 21 morto nella piscina del Grand Hotel di Riccione giovedì scorso. Sul suo corpo è stata disposta l’autopsia.
Se i medici dovranno chiarire cosa ha provocato la morte del giovane, ai Carabineri di Riccione tocca ricostruire tutte le fasi della tragedia. In particolare, se effettivamente Diongue Madiaye si sia tuffato nella piscina in un orario in cui non era consentito, essendo il servizio di salvataggio sospeso per pausa pranzo. E se sì, perchè nessuno glielo abbia impedito.
Gli amici che erano con lui hanno raccontato di non averlo più visto quando erano circa le 14, per poi accorgersi che giaceva sul fondo della piscina. Si sono immediatamente tuffati e lo hanno tirato fuori in stato di incoscienza. All’arrivo del 118 il cuore del ragazzo batteva ancora e si è riuscito a trasportarlo fino all’ospedale Infermi di Rimini. Ma qui nonostante gli sforzi dei sanitari ha cessato di vivere.
Diongue Madiaye viveva a Riccione e lavorava a Mondo Convenienza. Giocava a calcio in seconda categoria nella formazione corianese Mulazzano 82 e il presidente Pietro Vagni lo ha ricordato sui social il giorno stesso del dramma: “Oggi è venuto a mancare un nostro giocatore e amico conosciuto come John. Alla famiglia, fidanzata e amici le nostre sentite condoglianze per la perdita prematura di questo giovanissimo ragazzo”. I compagni di squadra hanno attivato una raccolta fondi da devolvere alla famiglia.