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16 febbraio – Senta Zuliena, la ranocia t’la piena

Il 16 febbraio tutte le Chiese cristiane commemorano Santa Giuliana di Nicomedia (285 ca.-305 ca,) martire sotto l’Augusto d’Oriente Massimiano. E’ molto venerata in Campania e nei Paesi Bassi, invocata da partorienti e ammalati in genere. Nicomedia di Bitinia oggi è Izmit, grosso centro della Turchia nord occidentale (Pirelli vi produce le sue gomme di Formula Uno).

Diocleziano ne aveva fatto la capitale dell’Oriente romano (Costantinopoli, ovviamente, era ancora di là da venire) nel suo sistema tetrarchico e proprio da qui aveva scatenato la sua persecuzione dei cristiani. Fra le vittime, il vescovo della città, S. Antimo, e un’altra martire celebre, Santa Barbara.

Giuliana sarebbe stata una diciottenne figlia di un funzionario imperiale, che per amore della fede cristiana aveva rinunciato al matrimonio con il prefetto Eleusio (o Evilasio). Dopo il martirio, decretato dallo stesso Eleusio, le sue spoglie furono custodite da una matrona, finché furono richieste nella Roma ormai cristiana. Ma la nave che le trasportava naufragò presso Cuma, sul litorale flegreo. Qui vennero venerate nella cattedrale sia in epoca bizantina che in quelle longobarda e normanna, finché l’antichissima città, prima colonia greca in Italia e sede della celebre Sibilla, fu abbandonata all’inizio del XIII secolo. Il culto però proseguì nell’abbazia benedettina di Montevergine, dove le reliquie sono custodite tutt’oggi, con vasto seguito a Napoli e in tutta la Campania, ma anche in Umbria, Lombardia, Veneto, Piemonte. Si mostrano delle sue reliquie anche in Spagna e Paesi Bassi.

S, Giuliana tiene il demonio alla catena

Senta Zuliena non era invece molto conosciuta in Romagna: un santino in più da mettere accanto a una donna che partoriva, un nome sul Lunario, i consueti riferimenti al tempo atmosferico di stagione. Proverbi che hanno corrispondenze in molti altri dialetti, a conferma della popolarità della Santa bitinia.

“Senta Zuliena, e’ fred us rufièna”, Santa Giuliana, il freddo si ruffiana, si fa malleabile.

Come San Valentino e San Faustino (14 e 15 febbraio), Santa Giuliana è “mercante di neve”: “Senta Zuliena marchenta dla niva, s’la n’è arvata l’ariva”, Santa Giuliana mercante di neve, se non è arrivata, arriva. Ma lo stesso si diceva di S. Antonio Abate (17 gennaio) e S. Sebastiano (20 gennaio).

E’ però anche avvisaglia di primavera. “Senta Zuliena, la ranocia t’la piena”, Santa Giuliana, la rana nella pianura: esce dai rifugi dove ha trascorso l’inverno, se lo ha passato indenne nel suo letargo.

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