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Forlì, mancano i Vigili del fuoco, riapertura aeroporto sempre più lontana

Si complica e non poco il percorso che dovrebbe portare alla riapertura dello scalo aeroportuale di Forlì. Per poter rivedere gli arei decollare ed atterrare sulla pista del Ridolfi è necessaria la presenza di 50 vigili del fuoco per un costo complessivo di 3,5 milioni di euro annui che la nuova gestione, la F.A. srl, non può sobbarcarsi da sola. Ci si attendeva che lo scalo romagnolo fosse inserito dal Viminale tra quelli in cui il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco assicura il servizio di salvataggio  e antincendio (a carico dello Stato) ma questo non è avvenuto.

A spiegarlo è il deputato dem Marco Di Maio:”L’aeroporto non può aprire perché il Ministero dell’Interno non scrive il decreto che inserirebbe lo scalo di Forlì tra quelli in cui il Corpo nazionale dei Vigli del fuoco assicura il servizio di salvataggio e antincendio. Senza questo, tutto il servizio è a carico dei gestori privati, con costi esorbitanti e insostenibili per una start-up”.

“È da dicembre che si chiede questo atto – continua l’onorevole – nel frattempo il ministro Salvini è anche venuto due volte a Forlì; ci sono stati sopralluoghi di sottosegretari che hanno annunciato per la scorsa primavera la riapertura dello scalo”.

Si puntava a riaprire le porte ad ottobre ma ad oggi la prospettiva pare naufragata.

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