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15 aprile 1859 – O si fa l’Italia o si muore! I riminesi partono per la seconda guerra d’Indipendenza

Il 15 aprile 1859 i volontari riminesi iniziano a partire per la fase decisiva del Risorgimento italiano, quella che sarà chiamata seconda guerra d’Indipendenza. Le autorità pontificie non oppongono troppa resistenza al radunarsi di armati e alla loro marcia in direzione delle truppe piemontesi che andranno ad affrontare quelle austriache, nonostante queste ultime presidino ancora diversi punti strategici dello Stato della Chiesa.

cavalleggeri del Piemonte Reale nel 1859

Cavalleggeri del reggimento “Piemonte Reale” nel 1859

Soltanto i primi che partono vengono avvertiti che non potranno più tornare, perché incorreranno nell’esilio. Ma gli scaglioni successivi non riceveranno nemmeno questa minaccia.

Ma ecco come Carlo Tonini racconta quei giorni, che visse in prima persona avendo allora 24 anni:

“Come già queste cose si aspettassero, e con quanta fidanza, nelle varie terre italiane, ben tutti il rammentano; e rammentiamo noi pure come già Vittorio Emanuele Re d’Italia fosse preconizzato nel motto di viva Verdi, in cui quel voto copertamente esprimevasi: nè il Governo (pontificio, ndr) facea prova di reprimerlo, tuttoché ben facile fosse il penetrare sotto un tal velo: e ninna misura di rigore prendeva, tranne quella di alcuni e precarii arresti dei patrioti men cauti o troppo ardenti e avventati”.

Il campo dell’Armata sarda in località Madonna della Scoperta (Lonato, Brescia), il 23 giugno 1859, giorno precedente alle battaglie di San Martino e Solferino (foto)

“Già prima ancora che fosse fatta l’ufficiale intimazione di guerra, da tutte le parti d’Italia schiere di volontarii andavano ad ingrossare le file dell’ esercito piemontese. Dalla nostra città cominciarono questi a partire, senza verun ostacolo, alla volta del Piemonte fin dal 15 di aprile del 1859, e seguitando successivamente fino ai primi di giugno, raggiunsero il numero di parecchie centinaia. La prima spedizione per altro fu lasciata partire colla condizione o pena dell’esigilo”.

Il Cimitero di Melegnano nel giugno 1859 dopo le battaglie di Solferino e San Martino (dagherrotipo)

“Si vedevano intanto i movimenti delle truppe austriache per le Romagne e per le Marche fra Bologna e Ancona, nella quale ultima città particolarmente rimaneva fermo un grosso corpo a garanzia dello Stato pontifìcio, la cui conservazione veniva assicurata eziandio dall’Imperatore de’ francesi, come faceasi conoscere a questi popoli da una circolare della Legazione. E insieme a presidiare il capoluogo di questa provincia mandavasi un Reggimento di Cacciatori pontifìcii comandato dal Maggiore Corbucci di S. Giovanni in Marignano, che per Rimini passava il 4 di giugno”.

L'Italia nel 1859

L’Italia all’inizio del 1859

I volontari riminesi fra il 1859 e il 1860 furono in tutto 422. I caduti furono tre: Filippo Binotti, che aveva appena combattuto in Grecia, Settimio Gaddini e Giuseppe Montanari.

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