Via S. Michele in Foro è una via che compare nei documenti dalla seconda metà del Quattrocento. Corrisponde all’odierno vicolo S. Michelino in Foro, posto tra via IV Novembre e via Mentana; quindi ha sostanzialmente mantenuto il nome medievale, che si rifà a due elementi: la chiesa di S. Michele ed il Foro (cioè la piazza).
Se di fatto parrebbe improprio denominare “in Foro” una chiesa che si trova su un vicoletto non collegato alla piazza, bisogna però tenere presente che in antico il Foro (di origine romana) aveva una dimensione maggiore dell’odierna piazza Tre Martiri. Il grosso isolato compreso fra la piazza ed il vicolo (quello dove sorge la Torre dell’Orologio, per intenderci) è di origine medievale, un tempo non esisteva. I documenti ne parlano a partire dagli ultimi decenni del Trecento. E la stessa cosa vale per il caseggiato che si estende sull’altro lato di via IV Novembre, fino a via Battarra e alla chiesa dei Paolotti.
Viceversa la chiesa di S. Michele esisteva fin da prima che sorgessero quei due gruppi di case; ecco perché ha ricevuto l’attributo “in Foro”, che poi le è rimasto. La tradizione vuole che in quel sito già esistesse un piccolo tempio pagano e che la chiesetta dedicata a S. Michele sia stata edificata sulle sue rovine, nel quinto-sesto secolo. Il primo documento sicuro tuttavia risale al 1144.
Grazie alle fonti d’archivio sappiamo che, dal 1257 almeno, la chiesa appartenne all’ordine cavalleresco dei Templari; e in quel secolo le attestazioni sono numerose. È documentato il suo controllo sulla “magione” templare di Budrio, presso Gambettola; nonché il possesso di un ospizio nei pressi del porto riminese, intitolato a San Marco.
Con la soppressione dell’ordine Templare, nel 1310, la chiesa di S. Michele passò all’ordine dei Giovanniti o Gerosolimitani e successivamente all’ordine dei Cavalieri di Malta, che la tennero fino alla loro cessazione, risalente all’inizio del XIX secolo.
Soppressa come chiesa nel 1806, della sua struttura originaria rimane l’abside rotondeggiante, il cui esterno si può ammirare da un androne di via IV novembre. All’interno, ridotto ad uso profano e con scarso rispetto per il suo valore artistico, sopravvivono i resti di un affresco che Federico Zeri datò al 1270 circa, quindi al periodo del possesso Templare. La parte sopravvissuta raffigura una santa non identificata e costituisce uno dei rari reperti rimasti a Rimini di pittura duecentesca.
(Toponomastica medievale – 20)
Oreste Delucca