3 gennaio 1693 – Nasce a Rimini, figlio del farmacista Gerolamo, Jano Planco, che sarà celebre medico e cattedratico di anatomia umana all’Università di Siena dal 1741 al 1744. Morirà il 3 dicembre 1775. Una trafficatissima via di Rimini porta il suo nome.
In effetti si chiamava Giovanni Bianchi; Jano Planco è l’italianizzazione della versione latina del proprio nome: “Ianus Plancus”. Aveva una vera passione per gli pseudonimi: Pier Paolo Lapi delle Preci è lui; Mario Chillenio, ancora lui. Pietro Ghigi idem, come pure Simone Cosmopolita.
Nella vita culturale della Rimini settecentesca, la figura di Jano Planco emerge come quella di un protagonista: famoso in tutt’Italia per i suoi studi scientifici, per le sue polemiche e per le sue raccolte naturalistiche e storiche, ebbe rapporti con intellettuali di ogni regione. Lo conobbero anche oltr’Alpe. Fu suo allievo, fra gli altri, il santarcangiolese Lorenzo Ganganelli, poi papa col nome di Clemente XIV,
Jano Planco fu anche un fine letterato e la sua autobiografia è considerata un’opera di pregio. Ma non tralasciò la pratica, allora diffusissima, delle satire anonime, crude e mordaci anche contro lo stesso papa Benedetto XIV, che pure gli aveva attenuato una condanna all’Indice, dopo una “scandalosa” rappresentazione in apologia dell’arte comica.
Sulle prime fu fiero avversario della pratica dei vaccini, che proprio allora si stava sperimentando per combattere il vaiolo. Salvo poi ritrattare, come appare in una lettera del 1776, cedendo «all’evidenza» dei fatti.