Il sindaco di Bologna Virginio Merola mette i paletti riguardo il percorso da seguire per la costituzione della holding regionale delle fiere: “È fondamentale la Fiera di Bologna sia il motore di questo processo, Altrimenti corriamo il rischio che sia ospite di un’unificazione condotta da altri“.
Secondo Merola, perché Bologna possa assumere questo ruolo occorrono altri soldi dai privati, dopo che il pubblico ha fatto la sua parte – 13 milioni – e prima che lo Statuto sia modificato. Modifica che prevede proprio la perdita della golden share a favore dei privati.
Tirate le somme, l’aumento di capitale della Fiera di Bologna dovrebbe arrivare a 40 milioni. Per realizzare quella cifra i privati dovrebbero aggiungere altri 10 milioni. La modifica dello Statuto è però alle porte: è prevista per il 6 dicembre. E i privati, a partire da coop e industriali, fin qui non hanno manifestato alcuna intenzione di rimettere mano al portafoglio.
E chi sono “gli altri” che relegherebbero Bologna al ruolo di “ospite”?
Fin troppo evidente che Merola si riferisca a Rimini, o meglio al neonato Italian Exhibition Group che unendo la fiera riminese con quella di Vicenza ha costituito il più importante exhibition & convention provider italiano per eventi in proprietà, nonché il secondo polo fieristico in Italia per fatturato, dopo quello di Milano.