Due milioni di voucher nella provincia di Rimini nel 2016. È il dato rilevato dalla Cgil, che sta lanciando la campagna per i due referendum sul lavoro; se non interverranno modifiche legislative, si dovrebbero tenere fra il 15 aprile il 15 giugno prossimi.
I due quesiti su cui si potrebbe essere chiamati alle urne sono: l‘abrogazione dei voucher, appunto, e l’abrogazione delle orme che limitano la responsabilità solidale negli appalti: per fare in modo che un’azienda che appalta un lavoro ad un’altra debba essere chiamata a rispondere anche delle eventuali violazioni commesse da quest’ultima. “Va riaffermato il principio – spiega Graziano Urbinati, segretario provinciale Cgil – che i lavoratori a parità di impiego devono avere gli stessi diritti, lo stesso stipendio e le stesse tutele. Ed è necessario farlo perchè la via dell’appalto viene sempre più utilizzata, come vediamo, sia nel turismo con pulizie, cucina, servizi, sia in altri settori come l’educazione scolastica”.
Quanto ai voucher, “il loro utilizzo è stato abnorme e così come sono vanno cancellati – continua Urbinati – dopo di che saremo disponibili a ragionare su nuovi strumenti che coprano settori di attività davero occasionali, come in origine dovevano essere, come i lavori domestici e i servizi alla persona. Invece sono diventati una vera e propria alternativa al lavoro regolare, uno strumento malato di di sommersione e precarizzazione del lavoro. E questo non è tollerabile”.
A questo proposito, la Cgil ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per una Carta dei Diritti Universali del Lavoro, quale “nuovo statuto di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori”. Sul sito Cgil.it e con l’hashtag #SfidaXiDiritti ci sono tutte le informazioni sulla campagna di raccolta delle firme.
Nel 2016, sui 2 milioni di voucher utilizzati nella provincia di Rimini, lo 0,5% è andato nel settore agricolo, l’1,4% giardinaggio, il 16,53% nel commercio, il 4,95% in sport e cultura, l’1,22% nei lavori domestici, il 6,97% nei servizi, il 28,5% nel turismo; tutto il resto, ben il 41%, in settori “non qualificati”, dove rientra un po’ di tutto.
Perché i due referendum per abolire i voucher e sulla responsabilità solidale delle aziende siano validi, occorre raggiungere il quorum dei votanti (50%+1): in Italia l’asticella è a quota 26 milioni, mentre nella provincia di Rimini ce ne vogliono almeno 126 mila. La Cgil per proporre i referendum aveva racconto nel riminese 14 mila firme sui voucher e 5 mila sulla responsabilità solidale.
Il sindacato in questi giorni ha anche incontrato diversi rappresentanti delle forze politiche, fra cui l’onorevole Pd Tiziano Arlotti, l’assessore regionale Emma Petitti, i consiglieri regionali Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli (Pd) e Raffaella Sensoli (M5S). “Abbiamo notato un cambiamento di clima politico – osserva Urbinati – forse dovuto al risultato del referendum costituzionale. Si è manifestata consapevolezza sul fatto che i problemi da noi sollevati sono reali”.
E sul fatto che anche la Cgil abbia utilizzato i voucher, il segretario Cgil ribadisce: “È successo a Bologna con la Spi Pensionati, noi a Rimini non li abbiamo mai utilizzarli per motivi di opportunità politica, ma abbiamo sempre detto che non siamo contrari a quelli strumenti quando, com’è il caso dei pensionati, vadano a integrare altri redditi con prestazioni occasionali: c’è una bella differenza a uasarli invece per sostituire il lavoro vero, come è successo”.