Emessa la sentenza per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. Condannati gli imputati tra cui Mauro Moretti, oggi a capo di Finmeccanica.
All’epoca dei fatti plenipotenziario del sistema ferroviario italiano, l’amministratore che ha saputo risanare il bilancio delle Ferrovie anche se «a discapito degli investimenti in sicurezza», come più volte rimarcato in aula del tribunale dai pubblici ministeri e dagli avvocati di parte civile.
Nei suoi confronti, nell’udienza del 20 settembre scorso, l’accusa chiese una condanna di 16 anni senza la concessione di alcuna attenuante.
33 gli imputati. L’accusa ha chiesto 260 anni di reclusione e 7 milioni di risarcimento danni
Oggi il tribunale ha condiviso la tesa accusatoria della Procura anche se riducendo le pene.
Scontato il ricorso in appello, da parte di tutti gli imputati.
Per Mauro Moretti anche se la sentenza è di primo grado, cosa succede per la guida di Finmeccanica?
Il 29 giugno alle 23.48 il treno merci Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deragliò per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascinò fuori dai binari altri quattro carri.
Dal primo carro, la cui cisterna venne perforata da un elemento dell’infrastruttura, fuoruscì il GPL che saturò presto l’aria circostante incendiandosi repentinamente alla prima possibilità d’innesco (il GPL ha una densità più alta dell’aria, perciò rimase a contatto con il suolo).
I danni furono immediati e 11 persone persero la vita in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; altre due persone vennero stroncate da infarto e decine rimasero ferite; di esse molte riportarono gravissime ustioni e la maggior parte morì, anche a distanza di diverse settimane dall’evento. I due macchinisti rimasero indenni in quanto dopo aver dato frenatura al convoglio si misero in salvo dietro ad un muro che li riparò dalla fiammata del gas innescato.
Alla fine 32 persone perirono nell’incidente.