Si è svolta lunedì sera la direzione provinciale del Pd riminese per un’analisi del voto delle recenti elezioni amministrative e della situazione politica. Una riunione attesa, dopo un risultato elettorale negativo per il Pd a livello nazionale e ancor più locale. Numerosi e articolati gli interventi, di cui tentiamo la sintesi cercando di coglierne il senso, con tutti i limiti del caso.
La relazione del segretario Juri Magrini
“Prima delle amministrative dell’11 Giugno, nei comuni con più di 15 mila abitanti, il centrosinistra era amministrazione uscente in 81 comuni, il centrodestra in 42, il M5S in 3. Dopo i ballottaggi, e contando anche i comuni che hanno già eletto il nuovo sindaco al primo turno, il centrosinistra governa in 50 comuni (quindi -31 il bilancio complessivo), il centrodestra in 54 (+12) e il movimento 5 stelle in 8 (+5). Questo è il bilancio politico di questa tornata amministrativa. Sul nostro territorio provinciale abbiamo avuto 3 Comuni al voto: Morciano, Riccione e Coriano. Di questi, solo a Morciano governavamo prima della nota vicenda, mentre negli altri due eravamo all’opposizione. Abbiamo perso le elezioni a Morciano e le proposte che abbiamo presentato a Coriano e Riccione non sono state sufficienti per vincere.
Un vento nazionale che soffia forte a destra. Bisogna ammettere, e chi ha fatto campagna elettorale sa che è così, e cioè il PD è percepito come il responsabile, ovvero il problema e non la soluzione. Siamo decisamente visti come antipatici e gli elettori quando possono ci puniscono.
Il PD è visto come il partito del governo come obiettivo, con la presunzione di essere i più bravi ad amministrare, mentre il popolo, lontano dalla visione e dalle responsabilità di governo, non capisce e non ci segue più. Ecco perché dico che siamo antipatici perché non siamo più compresi dagli elettori.”
Magrini ha fatto alcuni esempi per dimostrare le difficoltà nazionali:
– Immigrati, aiutiamoli a casa loro
– Europa, riduzione del rapporto deficit pil al 2,9%
– Banche, salviamo i correntisti ma anche i responsabili dei dissesti?
– Eliminazione Imu a tutti, ma non è stata fatta la riforma del catasto
– Ius Soli, se ci crediamo mettiamo la fiducia, oppure quella va bene solo per la legge elettorale?
– Immigrazione, le Prefetture accolgono richieste dei privati e i Sindaci non lo sanno, però poi vengono svegliati nel cuore della notte per trovare alloggi a questi disperati . Oppure i Sindaci responsabili danno una mano e altri no. Era così complicato fare un decreto che metta i sindaci tutti sullo stesso piano rispetto alla responsabilità di rispondere a questo fenomeno?
“Oggi più che mai – ha proseguito il segretario – per vincere i populismi io credo non serva mettere insieme quelli volenterosi e responsabili, perché di volenterosi e responsabili di destra ne conosco parecchi, ma non per questo mi sognerei di farci alleanze,. Serve riaccendere il fuoco delle emozioni e delle passioni e delle speranze”.
Poi Magrini ha affondato il bisturi nella ferita, quella le elezioni appena perse:
“Veniamo ora alle nostre 3 sconfitte e al dibattito sulle alleanze.
CORIANO La lista civica capitanata da Alessandro Leonardi aveva le caratteristiche di una forte apertura alla società civile. Non era certo autoreferenziale del Pd. Nonostante questo non è stato sufficiente per battere il sindaco uscente Spinelli.
MORCIANO Dopo le dimissioni del Sindaco Battazza per le note vicende, di cui ancora non sappiamo bene neppure le ipotesi di reato, abbiamo insieme al Segretario di Circolo di Morciano Roversi provato a capire se ci potessero essere degli spiragli per costruire un’alleanza con l’ex Sindaco Ciotti. Svariati incontri nei quali Ciotti ha sempre dichiarato categoricamente la sua indisponibilità a candidarsi. Poi scopriamo da alcune dichiarazioni pubbliche che invece era già in campo da tempo, a tal punto da essere sostenuto fortemente da tutto il centrodestra a partire dalla Lega Nord. Quindi in questo quadro di grande difficoltà, il Pd ha provato a costruire una lista che partisse dal lavoro svolto, mentre Ciotti si è messo alla testa di una lista che ha come obiettivo quello di azzerare tutto quello che è stato fatto a Morciano dal PD.
RICCIONE Dopo la caduta del Sindaco Tosi con l’operazione notarile, il PD ha approvato e dato mandato al Segretario Comunale, di costruire alleanze fino a Patto Civico con la discriminante che nell’accordo rimanessero esclusi coloro che avevano fatto parte della Giunta Tosi. Nelle trattative non si è concluso l’accordo e la coalizione che si è costituita era quella che tutti conosciamo. Stessa situazione al ballottaggio, in cui il PD di Riccione e il nostro candidato Sindaco non hanno ritenuto di apparentarsi con nessuno. Sono molte le considerazioni che si possono fare sul perchè della sconfitta, soprattutto quando il margine è stato così esiguo, poco più di 400 voti. Io credo che il vero tema sia stato l’aver partecipato all’atto dal notaio e mi spiego: nelle valutazioni che si facevano a Riccione soprattutto in casa nostra erano che l’immagine della Tosi ormai offuscata, l’azione della sua amministrazione ormai debole e quindi il notaio era solo l’atto finale. Credo che l’errore sia stato questo, una sottovalutazione del valore del Sindaco nella città. Inoltre la caduta anzitempo dal notaio le ha permesso di costruire ancora di più quella narrazione , quella storytelling della ‘Renata fatta fuori dalle trame di palazzo’. Altro elemento che io credo abbia influito parecchio anche sulle ipotesi di alleanze sia stata la tempistiche dell’atto notarile. Ovviamente la data del notaio è stata scelta per poter beneficiare della parentesi elettorale di Giugno. Però io penso che sia stato un nostro errore di non avere avuto la prontezza di analizzare la situazione con tutti i suoi elementi.
RAPPORTO CON PATTO CIVICO Cos’è Patto civico ? Una forza politica? A guardare tutti i politici navigati, di mestiere, pezzi di centro destra che lo compongono e che usano quel simbolo per fare il salto da destra a sinistra? Sembrerebbe di si. Oppure è apertura al civismo? Alla società? Se il PD pensa di risolvere il rapporto dell’apertura al civismo solo con questo contenitore, credo noi si stia facendo un grosso errore perché parte di quell’elettorato moderato che ha sempre ha votato a destra e Berlusconi, appena quel campo sarà riorganizzato tornerà naturalmente all’ovile. Allora credo che dobbiamo aprirci veramente a quel mondo che si nasconde nell’astensionismo”.
Il consigliere regionaleGiorgio Pruccoli ha detto che non tutto va benissimo a livello nazionale. Ma oggi si discute a Rimini e di Rimini, dove in questi anni il PD ha perso molti comuni. Secondo Pruccoli i problemi si chiamano l’illusione di autosufficienza del partito e quindi le alleanze. Ma non quelle del passato. Esistono ancora una destra e una sinistra, ma questa distinzione non esiste più nella testa di molti elettori. In Italia la maggioranza dell’elettorato è moderata. Stare sui programmi e non sulle alchimie. Occorre fare alleanze con la società civile. Occorre andarla a cercare ed applicare il modello Rimini. Sarebbe auspicabile uscire dalla direzione di oggi con un comunicato unico. In questo momento difficile tutti dobbiamo essere responsabili. Per fare questo occorre una gestione unitaria. Gli avversari sono gli altri.
Tonino Bernabè si sente un po’ eretico. Il centro destra ha strappato al PD i comuni maggiori. In Emilia Romagna perdiamo 5 ballottaggi su 5. Il PD cala i voti ovunque. Ci scontriamo con l’autosufficienza del PD ed il settarismo della sinistra. Il modello deve essere quello di Milano. Se non ci poniamo in un ottica di unità rischiamo che tutto sia contentibile. A Rimini abbiamo vinto con un PD unito e con alleanze. A Riccione abbiamo perso perché eravamo divisi da anni. Come a Cattolica con le primarie. Il PD di Rimini è unito sulla necessità di un partito che si allarghi con alleanze. Affrontare i temi che parlano di futuro. Migranti: non trasitano più in altri paesi europei perché sono state chiuse le frontiere. In alcune realtà la situazione è preoccupante. Affrontare il tema degli investimenti e poi la riduzione delle tasse.
Lanfranco Morri. Continuirá a stare nel PD finché ci saranno le condizioni. È un commiato dalla direzione del PD. È stanco e si ritira. Deluso per diversi motivi. Il primo è quello delle eterne divisioni nella sinistra. L’ultimo suo impegno è stato per sostenere Sabrina Vescovi a Riccione. “Abbiamo perso perché i nostri non ci hanno votato”.
Giorgia Bellucci presenta il documento dei Giovani Democratici. Esito del voto non positivo. Hanno inciso motivi nazionali e locali. Bene a Riccione la scelta del candidato. La sconfitta è collettiva e non di alcuni. Propongono una scuola di politica. Rilanciano una presenza in piazza più continuativa.
Maurizio Melucci. Evitare un dibatitto sulle alleanze fine a se stesso. Non esiste una legge elettorale e soprattutto il Pd ha perso sia con alleanze ampie sia con alleanze chiuse autorefenziali. Il problema è che il Pd viene percepito come un problema e non come una forza politica in grado di dare soluzioni sl Paese. C’è un problema di diseguaglianza crescente nel Paese, sono in crescita i giovani che non studiano e non lavorano, fermo l’ascensore sociale, preoccupazione per il futuro. Anche in aree come il nord o le cosiddette regioni rosse. Importante la conferenza programmatica a dicembre per definire le politiche su alcuni punti. Economia, welfare e migranti i temi più scottanti. Urgente affrontare anche il tema del radicamento del Pd sul territorio, della partecipazione democratica e di una elaborazione programmatica non solo istituzionale
Tiziano Arlotti. Sei mesi fa è stato eletto Renzi con 2 milioni di partecipanti, non si può mettere in discussione sempre il segretario. Sbagliato che le minoranze non siano entrate in segreteria. Le minoranze sono due anni che criticano il governo sulla politica economica. Una politica economica che ha investito tanto nell’industria e nelle città. Il risultato elettorale è stato severo per il PD. A livello locale è stata fatto l’errore di non discutere della politica delle alleanze in direzione. Quali alleanze nel nostro territorio lo dovremo affrontare nel congresso provinciale di ottobre
Lucio Gobbi. Caduta l’accusa di associazione a delinquere per i nostri amministratori, questa è buona notizia. Siamo dentro la crisi più grave del capitalismo. A livello locale abbiamo risposto con aree vaste e documenti dei sindaci. Alleanze sociali e politiche sono dei temi veri da affrontare al congresso. Auspica un congresso unitario.
Andrea Gnassi si sente sconfitto a livello locale e nazionale. vede autosufficienza è in tutte le latitudini nel PD. Da Renzi al livello locale. Fare un congresso unitario e di contenuti programmatici. I sindaci della Romagna hanno proposto un contributo sulla lettura della società e sul profilo di come stare dentro una società completamente cambiata. Nel rapporto con i cittadini e sulla partecipazione abbiamo perso tutti. Il PD non è riuscito a fare quelle riforme radicali che erano il presupposto del Lingotto. Non è d’accordo sugli interventi a spot in economia, come i vari bonus. Vi è però una ripresa economica che deriva dalle politiche del governo del PD. Dobbiamo essere capaci di fare proposte radicali per conquistare fasce di elettorato. Continuare sulle politiche di aree vaste. A Rimini ha vinto una proposta radicale che ha messo in discussione il modello di sviluppo. A Coriano dovevamo partire prima nel fare programma ed individuare il candidato. A Riccione c’è un problema di perdita di una parte del blocco sociale. Ci sono le condizioni per un congresso unitario.
Anche Stefano Giannini è per un congresso unitario. Il grande sconfitto è stato il Movimento 5 Stelle. Ma non è andato bene neanche il PD. Vi è una sensazione di sconfitta del centro sinistra. Altro dato è stato che i sindaci al primo turno hanno perso. Sui comuni è stata scaricata la crisi e non hanno potuto fare investimenti. Il governo deve rimettere in moto gli investimenti per i Comuni. A Coriano e Riccione si doveva vincere. A Riccione forse non si doveva andare dal notaio. Maggiore condivisione era necessaria nella gestione del PD provinciale.
Filippo Sacchetti. Dove non siamo uniti si rischia sempre di perdere. Attualmente ci sono troppi personalismi e poco spirito collettivo. Per questo è necessario discutere nel merito. Vi sono temi nazionali, ma anche locali come l’accoglienza dei migranti che vedono sindaci del PD su posizioni diverse.
Davide Siliquini: abbiamo perso per ragioni locali e nazionali. A livello nazionale siamo visti come il partito del potere fine a se stesso. La parola sinistra non viene più capita come nel passato. Condivide la volontà di fare un congresso unitario.
Alessandro Belluzzi. Condivide molti interventi. Affiancare il segretario fino al congresso. Vi sono delle responsabilità locali. A Coriano si doveva partire prima per prepararsi alle elezioni. Per le future alleanze nei comuni si deve fare riferimento al progetto di Rimini.
Emma Petitti. Evitare quella rimozione politica che non ci fa dire dove sta il problema. Occorre dire alcune cose in modo chiaro. Il PD non è autosufficiente e bisogna lavorare per superare l’isolamento. Siamo tutti d’accordo nel fare alleanze con forze civiche. La fase delle larghe intese si è chiusa ed ora in in molti dicono che occorre costruire un progetto di centro sinistra. Bene ripartire insieme, ma è un punto di arrivo che comporta un percorso condiviso e progetti. Negli ultimi anni tanti erano i campanelli d’allarme. Alle ultime elezioni il 54% non è andato a votare. La diseguaglianza è il problema principale dell’Italia. Solo dopo la definizione di un programma si potrà parlare di alleanze.
Marco Parmeggiani Pironi aveva vinto bene, ma poi è stata una legislatura litigiosa. Nel 2014 abbiamo perso anche per la scelta del candidato. A Riccione abbiamo perso per 450 voti. La gestione dei voucher, quella della legge elettorale ha allontanato tanta gente, il che ha avuto un peso nel voto elettorale. Patto Civico al ballottaggio ha votato per la Tosi. Ha pesato moltissimo la litigiosità nel PD di Riccione negli anni passati.
Le conclusioni del segretario Magrini: “Ho sentito tanti interventi che auspicano un lavoro collegiale. Sono molto d’ accordo. Ho sempre lavorato in questo modo. Nel 2014 è stata fatta una proposta unitaria per le regionali. Approvata all’unanimità. Ma non si può travisare la storia. La realtà è che il segretario provinciale non ha nessun potere. Non ha avuto nessuna possibilità di intervenire su Cattolica come su altre situazioni. Alcuni interventi sui social hanno volutamente travisato la realtà ed utilizzato la sconfitta elettorale in modo strumentale. Ci vuole più rispetto tra noi. Lavoriamo su un percorso programmatico per mettere a disposizione del congresso provinciale e della conferenza nazionale. Tutti debbono cambiare. Il rischio che il PD imploda è concreto”.