Gentile Direttore,
intravedo più di un rischio nella decisione del Governo di eliminare qualunque sanzione per il negozio o il pubblico esercizio che non consenta al cliente l’uso del POS per i pagamenti fino a 60 euro. Una cifra neanche tanto contenuta se si pensa che il suo ‘peso’ sui consumi rappresenta più del 50 per cento sul numero di scontrini medi in Italia. Rischi concreti, fattuali, non ideologici. Una premessa: qui a Rimini non mi è mai capitato di acquistare in una attività che rifiutasse Bancomat o Carta di Credito. Questo a significare che, nella pratica, tutti gli operatori, gli esercenti della città, offrono normalmente quello che da tempo è considerata la consuetudine e non una facoltà o peggio una gentile concessione. Dunque, perché introdurre questa misura se la realtà è già andata, e non da oggi, in direzione opposta? Proprio la scorsa settimana si è celebrato il Black Friday. Ho pubblicamente espresso il mio invito ad acquistare nei negozi fisici, nelle botteghe di vicinato perché esse sono un valore di comunità; senza, il nostro centro, i nostri luoghi sarebbero più poveri di servizi e socialità. Reggere la concorrenza delle grandi piattaforme del commercio online, significa per le botteghe fisiche garantire un migliore servizio, ‘conquistare’ il cliente con cortesia, conoscenza, disponibilità, cura pre e post vendita. Ma, mi chiedo, impedire di fatto il pagamento elettronico per gli acquisti fino a 60 euro non contraddice e sostanzialmente limita la concorrenzialità degli stessi negozi fisici? Il rischio sta proprio qui: limitare la libertà (di pagamento) del cliente, togliendo ad esso un servizio, potrebbe convincere lo stesso cliente ad abbandonare l’idea di recarsi in una bottega e rivolgersi in seguito solo al commercio online, non solo ormai rapidissimo ma che si muove pressoché esclusivamente con moneta elettronica. Il problema di questo provvedimento del Governo è simbolico e di percezione: il solo annuncio potrebbe psicologicamente allontanare ancora di più il cliente (che ha ogni diritto e libertà di pagare come meglio ritiene) dal negozio fisico, allargando una questione che ormai incide anche sui tessuti commerciali e urbani di tutte le città d’Italia e del mondo. Eterogenesi dei fini: per fare un favore non so a quale piccolo commerciante (tutto da dimostrare), si finisce per aumentare il peso e l’impatto delle grandi piattaforme online.
Juri Magrini,
assessore alle Attività economiche del Comune di Rimini