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Flag, polemiche sui fondi alla pesca

Ieri l’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini, Jamil Sadegholvaad, aveva aperto le ostilità sul fronte del FLAG (Gruppi di azione Locale Pesca, finanziati dall’Europa)lamentando che nella suddivisioni dei fondi destinati alla pesca, troppo poco arrivasse dove effettivamente servirebbe.

Oggi all’assessore riminese replicano Marco Affronte, deputato europeo del M5S eletto a Rimini, e Romagna Acque con un comunicato stampa:

“E’ indubbio che i 5,8 milioni di euro di Fondi Regionali per la Pesca spesso siano spesi male, con una logica spartitoria e non progettuale: in questo l’Assessore di Rimini Jamil Sadegholvaad ha ragione” – dice Marco Affronte, Eurodeputato riminese del Movimento 5 Stelle – “ma dov’è la novità? E chi dovrebbe cambiare questa logica spartitoria? Trovo le parole di Sadegholvaad intrise di ipocrisia: sin dalla creazione dei FLAG è sempre chiarito che pesca ed acquacultura fossero messe sullo stesso piano. Rimini avrebbe potuto e dovuto sottolineare subito l’incongruità e le maggiori necessità del settore drimineseella pesca rispetto a quelle dell’acquacultura, ora è troppo tardi. Comunque se si vuole lavorare veramente sui progetti il Comune di Rimini può presentarne di validi e spingere sul capofila Delta2000 perché lavori meglio in quella direzione e non sull’acquacultura. La realtà è che i soldi regionali ed europei (parliamo di 3 milioni per l’Emilia-Romagna) sono ottimi strumenti per distribuire favrimineseori, mantenere promesse e accontentare amici, ma da chi? Sadegholvaad dovrebbe saperlo, perché sono i suoi compagni del Partito Democratico, ad esempio Sindaci dei Comuni dell’Appennino forlivese, a volere i soldi che lui ora rimpiange. Trovo insopportabile” – conclude Affronte, che a Bruxelles siede in Commissione Pesca – “questo atteggiamento che gli esponenti del PD applicano sistematicamente: vogliono fare il partito di lotta e di governo, ma non si può. Le lacrime di coccodrillo non fanno pena a nessuno.”

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La posizione di Romagna Acque sul tema del FLAG

Abbiamo letto con stupore e dispiacere le dichiarazioni apparse oggi tramite la stampa, in cui l’assessore riminese Sadegholvaad tira in ballo anche Romagna Acque come “concorrente non gradito” rispetto alla possibile suddivisione dei fondi regionali legati alla pesca.

Vorremmo dunque puntualizzare qual è l’oggetto del contendere, e quale il ruolo della nostra Società.

La Regione Emilia-Romagna – in attuazione del Programma operativo FEAMP dell’Unione Europea – ha recentemente indetto un bando per incentivare strategie di sviluppo locale nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Il bando prevede la costituzione di Associazioni Temporanee di Scopo a componente pubblico-privata (denominate FLAG). A seguito di questo bando, si sono costituiti due FLAG: al primo hanno aderito i principali soggetti della costa emiliano-romagnola (fra cui il Comune di Rimini); un secondo FLAG, a cui ha aderito un partner importante come l’Autorità di Bacino del Po, punta invece a realizzare un “Sistema diffuso della Pesca in Emilia Romagna” in tre aree: fiume Po, area interna della Romagna per la valorizzazione delle acque interne (fiumi e laghi delle vallate appenniniche) e Valli Adriatiche.

A quest’ultimo FLAG aderiscono complessivamente 31 soggetti (oltre a nove partner di supporto esterno), assai diversi fra loro: numerosi Comuni e Unioni di Comuni, la Fondazione Alma Mater dell’Università di Bologna, l’Unione Regionale delle Camere di Commercio, l’Associazione Europea delle Vie Francigene, la sezione regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Casa Artusi, nonché Associazioni di Pescatori a livello nazionale e locale delle aree interessate.

Di questo gruppo fa legittimamente parte anche Romagna Acque, visto il suo ruolo specifico in Romagna e il rapporto strettissimo con la diga ed il lago di Ridracoli: che è sì la principale fonte idropotabile romagnola, ma è anche una importante meta di turismo ambientale e di pesca. Aderendo al FLAG, fra l’altro, la Società ha risposto all’obiettivo di dare autorevolezza ad un soggetto significativo per i territori coinvolti: ma non ha nessun interesse economico diretto, ovvero non sarà destinatario di alcun contributo al riguardo.

Inoltre, entrambi i FLAG erano previsti dal bando regionale, quindi non c’è una contrapposizione a monte, perché insistono su due territori diversi. Il FLAG IFEPA EUSAIR, fra l’altro, è stato realizzato in un ottica di Macro Regione Adriatico Ionica (EUSAIR) implementando all’interno del FLAG altre due assemblee, vista la consistente adesione (una di partner in adesione della Regione Emilia Romagna ed una in adesione interregionale) al fine di costruire nella logica del primo pilastro EUSAIR una progettazione legata al territorio regionale, ma validata e condivisa con i partner dell’area interregionale del Po e dell’area Romagna Toscana.

Spiace allora che la polemica riminese nei confronti del secondo FLAG tiri in ballo proprio Romagna Acque: che – come è ben noto – ha fra i suoi soci anche tutti i Comuni del Riminese, e che opera sull’intero territorio romagnolo senza alcuna distinzione. Basti qui ricordare l’impegno sostanzioso (in termini sia di apporto tecnico che di investimento economico) recentemente fornito proprio a Rimini sia nella realizzazione del depuratore driminesei Santa Giustina, inaugurato lo scorso anno, che nel complesso e fondamentale intervento legato al PSBO, il Piano della Salvaguardia della Balneazione ottimizzato.

Romagna Acque-Società delle Fonti, del resto, è nata proprio allo scopo di coinvolgere tutto il territorio romagnolo nelle dinamiche relative alla proprietà e alla gestione delle fonti idropotabili, e interagisce costantemente con tutti i territori: quelli della costa, quelli della pianura e quelli della collina…

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